domenica 11 marzo 2012

Se l'Italia diventa troppo piccola...


Perché l'Italia ha perso credibilità agli occhi del mondo? Qualcuno potrebbe farci notare che aver avuto un presidente del consiglio che voleva spacciare una prostituta per la nipote di un dittatore egiziano non ha aiutato. Inutile negarlo, la vergognosa condotta di Berlusconi ha diminuito il nostro peso internazionale. Ma sarebbe ingiusto dare tutte le colpe al berlusconismo.

La recente morte di Lamolinara, ingegnere italiano sequestrato in Nigeria e morto durante un blitz delle forze britanniche, ci ha scosso perché deriva dalla mancanza di comunicazione tra due paesi, l'Italia ed il Regno Unito, che teoricamente dovrebbero essere alleati.
Di fatto la questione si è conclusa tragicamente perché le due forze di intelligence hanno sempre avuto un differente approccio verso i sequestri: gli inglesi preferiscono l'utilizzo della forza, noi la diplomazia.
Sebbene il modus operandi italiano sia stato aspramente criticato all'estero (gli analisti sostengono che la disponibilità italiana a pagare i riscatti imposti dalle organizzazioni terroriste mette in pericoli gli italiani all'estero, che potrebbero essere presi di mira appositamente), il caso nigeriano dimostra che neanche il metodo inglese sembra funzionare alla perfezione: se gli 007 di Sua Maestà avessero puntato alla creazione di un canale diplomatico con i rapitori, forse adesso i due prigionieri sarebbero ancora vivi.

Gli altri due casi che ci hanno visti protagonisti sono la mancata estradizione di Battisti da parte del Brasile e la detenzione in India dei due marò italiani, accusati di aver ucciso dei pescatori.
In entrambe le situazioni siamo di fronte a due potenze emergenti (Brasile e India fanno parte dei cd BRICS) desiderose di dimostrare al mondo che ormai nello scacchiere mondiale non c'è più posto per una forza come l'Italia. Brasile e India non volevano certe creare un incidente diplomatico per Battisti, né tanto meno erano indignati per la morte dei due pescatori: volevano dimostrare una tesi che si è poi rivelata corretta. L'Italia è diventata troppo piccola per poter competere alla pari con loro, ed ogni occasione sarà buona per dimostrarlo.

E non è solo l'Italia ad aver perso peso negli ultimi anni, ma tutti i paesi europei: basta guardare come l'Argentina sia tornata alla carica sulla sovranità delle isole Malvine, con gli Stati Uniti che, invece di sostenere i loro alleati inglesi, si sono fatti prudentemente da parte.
Nel nuovo scacchiere mondiale, dove persino gli Stati Uniti d'America hanno difficoltà ad operare, non possiamo sperare di riacquistare peso e credibilità continuando ad operare da soli. Se vogliamo che le altre potenze del mondo ci prestino ascolto, l'Europa deve parlare con una sola voce.

Sarebbe un'utopia pensare che la Francia, l'Italia, la Spagna o la Germania possano parlare da pari a pari con paesi che hanno cinque volte i nostri abitanti, infinite materie prime e interessi completamente diversi dai nostri. Senza un rafforzamento decisivo della PESC (politica estera e sicurezza comune) dell'Unione Europea, siamo destinati ad una progressiva ma inevitabile perdita di importanza internazionale.

Sia nel caso Battisti che in quello dei Marò avevamo il diritto internazionale dalla nostra parte. Il comportamento del paese sudamericano, che si è rifiutato di estradare un condannato in tutti i gradi di giudizio in un altro paese, appare ingiustificato ed arbitrario. Esattamente come la decisione indiana di giudicare i due militari italiani per un fatto avvenuto in acque internazionali.
Potremmo ricorrere alla corte internazionale di giustizia, e magari averla anche vinta, ma ciò non cambierebbe lo stato dell'arte: siamo diventati troppo piccoli per il mondo.

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