Il nuovo cliente dell'agenzia investigativa Modigliani bussò
alla porta proprio mentre il titolare, Philippe Modigliani, aveva preso il
violino in mano. Non aveva mai suonato uno strumento musicale in vita sua, e
quel primo esperimento non poteva dirsi riuscito. Delle note lunghe e sgraziate
uscivano dalle corde e si diffondevano nelle stanze della grande villa, facendo
vibrare le antiche vetrate settecentesche.
Il nuovo cliente nel frattempo aspettava di poter entrare. Era
un signore distinto con i capelli ormai bianchi ed il volto solcato da numerose
rughe. Qualche anno prima sarebbe forse potuto passare per un avvocato o un
commercialista di successo, ma in quel momento sembrava soltanto un vecchio
stanco ed appassito.
Finalmente il grande portone di legno si aprii ed il cliente
poté varcare l'uscio e fare ingresso nella gigantesca villa. La hall, finemente
affrescata, costituiva il primo assaggio di un luogo dove il tempo pareva
essersi fermato. Il mobilio, le mura, gli arazzi ed i lampadari appartenevano
tutti ad un periodo ormai lontano, dimenticato. Eppure non sembravano usurati,
al massimo un po' stanchi.
L'anziano e distinto signore rimase per dieci minuti in
piedi, davanti al portone d'ingresso, spostando il peso del proprio corpo da un
piede all'altro. Intanto le orecchie venivano ferite dallo stridio proveniente
dal violino, in salotto, che proprio in quel momento veniva torturato dal
titolare dell'agenzia investigativa.
-Gentile Signore, è il benvenuto. Prosegua pure fino alla
zona giorno, dove troverà Philippe Modigliani ad attenderla. -
Il cliente sobbalzò. Si guardò intorno, non capendo da dove
veniva quella voce così giovane e femminile. Poi si rese conto che una vecchia
radio, poggiata su un tavolino di legno, si era improvvisamente accesa.
Il signore si incamminò velocemente verso l'origine di quei
suoni così molesti. Si ritrovò in una sala enorme, arredata nello stesso stile
dell'ingresso. Stesso sfarzo settecentesco, stessa brillante mano barocca.
Davanti ad una gigantesca vetrata che dava sui verdi giardini della villa,
Philippe Modigliani stava distruggendo uno stradivari da due milioni di euro
nel vano tentativo di suonarlo.
Il cliente cercò di attirare l'attenzione del titolare
dell'agenzia investigativa schiarendosi la gola, ma i suoi rumori gutturali non
potevano niente contro l'incredibile complessità degli stridori infernali
prodotti dal violino. Quello strumento, che in mano più esperte avrebbe potuto
creare le melodie più armoniose, emetteva un rumore acuto, come se stesse
piangendo.
-Dottor Modigliani, ha un cliente che la sta aspettando. Non
sia maleducato. -
Questa volta la voce femminile aveva un tono meno gentile,
come quello di una madre che redarguisce il proprio figlio. Ma anche in questa
occasione il cliente sobbalzò, non capendo da dove provenisse. Una radio
altrettanto vecchia, ma ancora più grande, si trovava tra i divani posizionati
al centro della stanza.
Finalmente l'investigatore si rese conto di avere un ospite
in casa. A quel punto interruppe quella penosa esibizione e lanciò l'archetto
dall'altra parte della stanza. Con il violino ancora in mano, si avvicinò ai
divani dorati e sprofondò su uno di questi.
Philippe Modigliani era un uomo di quarant'anni. I suoi
jeans stinti e la sua maglietta anonima sembravano cozzare con gli ambiziosi
arredi della sua casa. Il suo volto incavato sembrava quello di un uccello
rapace, mentre il suo fisico alto e massiccio lasciava intuire un passato da
atleta o da muratore.
-salve- disse, continuando a giocherellare con il violino.
-si sieda e provi a spiegarmi per quale motivo è venuto a trovarmi. -
Il vecchio signore cercò di sedersi senza spiegazzare troppo
il completo elegante con cui era venuto. Aveva qualche difficoltà a parlare,
come se neanche lui sapesse per quale motivo si trovava in quel luogo.
-salve, Dottor Modigliani. - farfugliò -non abbiamo mai
avuto modo di conoscerci, ma io so chi è lei. E credo anche che lei, sebbene
indirettamente, sappia chi sia io. -
-Ma lei, signore, crede male. Se pensa che io possa
indovinare semplicemente guardandola chi è e cosa vuole da me, ha sbagliato
indirizzo. Posso dirottarla verso maghi o indovini in grado di effettuare tali
performance, io sono soltanto un umile investigatore. -
L'anziano signore parve ancora più confuso ed imbarazzato.
-no, io intendevo dire...sono il padre di Angela-
-Angela chi, scusi? -
-Angela Benni. -
Improvvisamente Modigliani si rabbuiò.
-Signor Benni, ma certo, certo, mi ricordo molto bene di
Angela. Dopo tutto questo tempo non mi aspettavo di vederla qui. -
L'anziano signore lo fissava a bocca aperta, con gli occhi
lucidi, incapace di continuare.
- Dottor Modigliani, sono passati soltanto due anni. -
-Un lasso di tempo abbastanza lungo per metabolizzare
qualsiasi dolore, temo. Ma insisto, mi spieghi pure per quale motivo è qui. -
Improvvisamente il giradischi dall'altro lato della stanza
si illuminò, facendo sobbalzare il Signor Benni.
-Forse il Signore vuole qualcosa da bere. Mi sembra
incredibilmente scosso. Anzi, avverto in lui molta rabbia. Un essere umano non
dovrebbe avere dentro di sé tutto quel dolore. -
Il Signor Benni si guardò intorno, disorientato.
-Ma chi è che parla? -
Modigliani sorrise.
-Si tratta della padrona di casa, Madama Bonaccorsi. É molto
gentile e disponibile, ma è anche una donna di incredibile perspicacia. Tutte
le sue analisi sui clienti che sono entrati in questo salotto si sono rivelate corrette.
-
-Ma, dove è la Signora? Non la vedo da nessuna parte. -
-è naturale che non la veda, Signor Benni. Madama Bonaccorsi
è morta tre secoli fa. Ma il suo spettro infesta ancora questa casa. -
L'anziano signore iniziò a sudare, preoccupato. Sembrava
voler rimpicciolirsi e nascondersi tra le pieghe del divano.
-pensavo che lei si occupasse di questo genere di cose, come
liberare i posti dagli spettri o far riposare gli spiriti...perché non libera
questa casa? -
-pessima idea. Se liberassi questa casa, dovrei restituirla
ai legittimi proprietari. Perché dovrei consegnare le chiavi di questo gioiello
agli eredi di Madama, quando posso occuparla abusivamente con il beneplacito
della stessa donna che lo costruì tre secoli or sono? Io e Madama Bonaccorsi
abbiamo trovato un accordo molto vantaggioso per entrambi, non è vero Madama? -
Il giradischi continuava a crepitare in lontananza, ma la
voce si sentiva chiara e forte.
-certamente, Messer Modigliani. I miei eredi sono dei borghesucci
deludenti. Se il signor cliente non desidera niente, io tornerei alle pulizie
della casa. -
Il silenzio imbarazzato tra l'investigatore ed il suo nuovo
cliente ritornò padrone del salotto.
-allora, Signor Benni, mi stava dicendo? -
-Dottor Modigliani, come sicuramente si ricorderà, io ed
Angela non eravamo in buoni rapporti. Lei era...fuggita di casa quando aveva
diciassette anni, e da allora non ci siamo più visti né parlati. Il nostro
dissapore era così forte e così radicato che rividi il suo volto soltanto il
giorno del suo funerale. Non c'è giorno che passa senza che io non ripensi ai
miei errori. Sono stato un uomo tremendo ed un pessimo padre-
Il vecchio aveva iniziato a piangere sommessamente. Le
parole venivano frequentemente interrotte dai sospiri dolorosi dell'anziano
signore.
Modigliani invece cercava di trovare una posizione più
comoda per sedersi, infastidito.
-tutto questo è molto triste, Signor Benni, ma spero esista
un momento nella sua narrazione in cui lei necessiti del mio aiuto, perché in
verità sarei molto occupato. -
-in verità- intervenne Madama Bonaccorsi- sono mesi che non
fai niente dalla mattina alla sera. -
Modigliani arrossi leggermente, imbarazzato. Ma il vecchio
cliente parve non accorgersi dell’interruzione, troppo preso dal suo stesso
racconto.
-Vede, Dottor Modigliani, dopo la morte di Angela ho cercato
di essere un uomo migliore. Ho altri due figli, entrambi molto più giovani di
Angela, e tento ogni giorno di non commettere con loro gli stessi errori che ho
fatto con lei. Inoltre ogni sei mese salgo a Roma, dalla Sicilia, per poter
visitare la tomba di Angela. Tutto è andato per il meglio fino a tre settimane
fa, quando Angela è ritornata. -
Modigliani lo guardò, finalmente incuriosito.
-in che senso è ritornata? -
-Nel senso che ho iniziato a sognarla, quasi tutte le notti.
Sogni così vividi che la mattina dopo, una volta sveglio, mi pareva di non aver
dormito neanche dieci minuti. Mia moglie ha trovato dei foglietti tra i suoi libri
di cucina, e la scrittura era proprio quella di Angela. Lei pensa che possa
averli scritti quando viveva ancora a casa nostra, ma sappiamo entrambi che è
impossibile. Utilizza quei manuali quasi ogni giorno, e delle lettera simili
non sarebbero potute passare inosservate per così tanto tempo-
-cosa c'è scritto nei foglietti? -
-Angela chiede alla madre perché non ha fatto niente per
difenderla da me, perché si è sempre schierata dalla mia parte. Come saprà,
bevevo molto e poi me la prendevo con lei. -
-Si, si, mi ricordo, so che è una persona disgustosa, non si
preoccupi. Ma continui il suo racconto, non si fermi proprio adesso. -
Il signor Benni scosse la testa, triste, ma continuò a
parlare.
-I sogni ed i foglietti sono continuati ad apparire per
qualche tempo. Non sapevo cosa fare, ma all'inizio mi sono limitato ad
aspettare. Soltanto giovedì scorso mi sono convinto a venire da lei. Angela non
parlava con me, ma continuava ogni tanto a sentirsi con mia moglie. Le aveva
parlato a lungo di lei, mentre vivevate insieme, del lavoro “inusuale” che
svolge-
-non c'è niente di inusuale nel lavoro che svolgo, Signor
Benni. Sono soltanto inusuali le cose che accadono nel mio lavoro. Ma continui,
cosa lo ha convinto a rivolgersi a me? -
-I mie figli. Angela ha iniziato a prendersela con loro.
Specialmente con Lorenzo. Deve aver avvertito, deve sapere in qualche modo che
lui è il mio prediletto. Giovedì scorso è apparsa nel laghetto davanti casa
nostra, invitandolo ad immergersi per raggiungerla. Lorenzo non sa nuotare ed
ha una paura viscerale dell'acqua, eppure si è tuffato. Sarebbe morto, se il
fratello maggiore non fosse intervenuto per salvarlo. -
Modigliani si alzò improvvisamente in piedi, rivitalizzato.
-molto bene, Signor Benni. Il suo mi pare un affascinante ma
ordinario caso di spirito vendicativo. Lo spirito di Angela sembra essere
ancora incazzato con lei per via del suo passato da alcolista violento, e per
questo rimane bloccato sulla terra e bla bla bla. Rimuovere questo ostacolo per
farle continuare la sua vita non sarà un problema. Potrà invecchiare
pacificamente, con tutto il tempo di rovinare anche gli altri due figli che le
rimangono. Serviranno soltanto ventimila euro, da pagare in anticipo. -
Il vecchio divenne paonazzo.
-ma...io pensavo che..dato che lei e Angela vivevate insieme
quando lei è morta...insomma in virtù della vostra relazione... pensavo che lei
avesse a cuore il problema.-
-ma certo, Signor Benni, tengo in grande considerazione il
suo futuro e quello dello spirito di Angela, ma lei capisce che non farla
pagare sarebbe ingiusto nei confronti degli altri clienti. -
-Attualmente lei non ha alcun cliente, Messer Modigliani-
intervenne Madama Bonaccorsi.
-no- disse il vecchio, ancora una volta incurante delle
interruzioni - non fa niente. Pagherò. Le firmo subito un assegno. L'importante
è che risolva subito il problema. -
-Lo farò. Ma avrò bisogno anche di lei. Si trovi domani sera
alle dieci davanti alla tomba di Angela. Il suo spirito troverà finalmente la
pace, oppure brucerà per sempre tra le fiamme dell’inferno. -
-ma lei...non ha un briciolo di compassione? Stiamo parlando
di mia figlia. Di una donna che ha vissuto con lei. Una donna che l'amava e la rispettava.
-
Modigliani sorrise.
-Signor Benni, con la compassione non si pagano le bollette.
Con la compassione non si mangia, e non si beve. Se c'è una cosa che ho imparato
in tutti questi anni, è che la compassione è un lusso che gli operatori del mio
settore non si possono permettere. Domani mattina andrò a controllare l'assegno
in banca. Salvo sgradite sorprese, mi troverà davanti alla tomba di Angela alle
dieci. -
Il vecchio si alzò in piedi e se ne andò mestamente.
Il giradischi dall’altra parte della stanza continuava a
funzionare.
-Sembra proprio una rimozione difficile, Messer Modigliani.
-
Modigliani si alzò in piedi. Prese in mano il violino
stradivari da due milioni di euro e lo scaraventò contro la vetrata. Il legno
di faggio si infranse contro la superficie trasparente, distruggendosi in
centinaia di pezzi. Poi, lentamente, ogni pezzo iniziò a ravvicinarsi all'altro
fino a ricomporre lo strumento perfetto che era stato all'inizio.
-non sai quanto, Madama Bonaccorsi, non sai quanto. -
-pronto, chi cazzo è? -
-Sono io, Bismarck. Il tuo titolare. Ti ricordo che sei
ancora il mio assistente, un collaboratore della Modigliani investigazioni. -
-Ah sì? A giudicare dalla regolarità con cui arrivano i miei
pagamenti, direi proprio di lavorare gratis. Il datore di lavoro che rimane
indietro nelle sue obbligazioni non può certo pretenderle dal suo dipendente. E
poi le ho detto milioni di volte di non chiamarmi in quel modo. -
-Dai Bismarck, smettila di piagnucolare. Ho bisogno di
sapere dove si trova la tomba di Angela Benni. -
-Non è mai andato a trovarla? Non ha voluto andare al
funerale perché diceva di sentirsi troppo male, ma aveva promesso di visitare
la tomba in seguito...-
-Suvvia, Bismarck! Chi lavora nel nostro campo conosce il
reale valore dei funerali e delle tombe! Non farmi perdere tempo con queste superstizioni.
-
-Si dice che si può conoscere il vero valore di una persona
soltanto lavorandoci insieme, Modigliani. Ed io posso dire, dopo dieci anni al
suo fianco, che non esiste una testa di cazzo peggiore di lei. Angela riposa
nel cimitero delle Grazie. -
-vieni anche tu? -
-...-
-Bismarck, pronto? Pronto? Ci sei ancora? -
Modigliani camminava tra le tombe con la pala poggiata sulla
spalla sinistra. Sotto di sé poteva sentire la terra concimata dalla morte,
sopra di sé la luna illuminava le lapidi. Al detective bastò seguire la luce
lunare per raggiungere la tomba di Angela. L'anziano padre era già là. Aveva
depositato un mazzo di fiori davanti alla lapide bianca e bisbigliava qualcosa
tra sé e sé. Probabilmente una preghiera.
-Eccoci qua, finalmente. - disse Modigliani. Sembrava di
buon umore nonostante l'ambiente spettrale. Il signor Benni invece appariva
ancora più vecchio, più incanutito che mai.
-cosa dobbiamo fare? - chiese.
Modigliani si avvicinò alla lapide. Angela
Benni,1985-2011. Non c'era scritto nient'altro. Soltanto una foto per
ricordarla. Una donna giovane, bella, con un sorriso innocente ma provocante
allo stesso tempo. Quel tipo di ghigno che soltanto le siciliane possono avere
quando vogliono blandire un uomo senza conquistarlo. Modigliani c'era cascato
in pieno, qualche anno prima.
Prese il mazzo di fiori e lo buttò qualche metro più là. Poi
prese la pale ed iniziò a scavare.
-cosa diavolo fa! - urlò l'anziano padre.
-cosa pensa che stia facendo? Dissotterro la tomba! -
-ma è un sacrilegio! -
-ovviamente. Ma è anche l'unico modo per scacciare lo
spirito di Angela. -
Il vecchio si ingobbì ancora di più.
-io...non credo di farcela. -
Modigliani sbuffò.
-è difficile, naturalmente. Ma se non lo facciamo lo spirito
di Angela coverà sempre più ira, odio, rancore. Gli spiriti non sono fatti per
rimanere sulla terra, privi del loro corpo. Non sono fatti per svolazzare in
giro. Possono soltanto moltiplicare il sentimento che li mantiene ancorati al
suolo, che nel nostro caso sarebbe l'odio. Continuerà ad odiare finché non
troverà un modo per ucciderti, o magari uccidere Lorenzo, o magari tua moglie.
Non c'è altra soluzione. Dobbiamo dissotterrare il corpo e bruciarlo. -
-bruciarlo? -
-sissignore. –
-Cristo proteggimi. -
Il vecchio continuò a pregare.
Modigliani intanto scavava. Piano piano il cumulo di terra
iniziò a farsi più alto, mentre Modigliani arrivava sempre più a fondo. Alla
fine la pala colpì qualcosa di duro con un rumore sordo.
-ci siamo, Angela- sussurrò Modigliani. Era pieno di
polvere, ed aveva la faccia sporca di terra. Tolse altro terriccio dalla bara, poi
infilò la pala tra il coperchio e la base nel tentativo di aprirla.
-maledizione. - disse- chissà perché le sigillano. -
Ma sapeva perché venivano sigillate. Per evitare che i
cadaveri uscissero fuori. Quello che è morto deve restare morto. Era quello lo
scopo del suo mestiere, assicurarsi che la morte non facesse scherzi. La morte
poteva essere una vera troia, quando voleva.
Finalmente si sentì un crack, e la tomba si aprii.
Modigliani si sporse. Si aspettava di sentire un fetore tremendo provenire dalla
tomba, ma il suo naso non percepiva niente.
Se c’era una cosa che aveva imparato dal suo lavoro, era di
fidarsi del suo stesso naso. La morte fa schifo, ed i morti puzzano. Per questo
si faceva pagare così tanto, perché era un avido figlio di puttana e perché
lavorare con i cadaveri era una cosa sporca, vomitosa e puzzolente. Ma in quel
momento non sentiva niente, come se la tomba…
Si sporse in avanti. La tomba era vuota.
Modigliani era al centro del fossato, con la pala ancora in
mano.
-Signor Benni, la bara è vuota. Mi dia una mano a tirarmi
fuori da qui. –
L’uomo si sporse e tese la mano. Modigliani la afferrò.
Iniziò a tirarsi su. Un ghigno sinistro comparve sul volto del Signor Benni.
Tutto d’un tratto l’uomo abbandonò la presa, e Modigliani crollò dentro la
fossa, disteso sulla bara.
-maledetto bastardo- sibilò il Signor Benni. Ma la voce non
era più la stessa. Non era più roca e maschile. Era una voce giovane, e
femminile.
-oh no- disse Modigliani.
-Oh sì, mio dolce Philippe. La bara è un po’ piccola, ma hai
tutto il tempo per abituartici. -
-Angela. - disse il detective.
Il volto del Signor Benni iniziò lentamente a mutare. I
solchi sul volto iniziarono a schiarirsi, e gli occhi piccoli e neri si
ingrandirono. Le labbra, prima secche e strette, diventarono carnose.
Angela, esattamente come se la ricordava Modigliani. Bella da far male. Ma in quel momento la luce nei suoi occhi non era d’amore. Due buchi di odio puro.
Angela, esattamente come se la ricordava Modigliani. Bella da far male. Ma in quel momento la luce nei suoi occhi non era d’amore. Due buchi di odio puro.
-Si, Philippe, sono proprio io. O forse pensavi che ti avrei
lasciato in pace, dopo tutto quello che mi hai fatto? –
Modigliani provo ad alzarsi senza successo. Non riusciva a
muoversi.
-sono sicuro che possiamo parlarne. -
-Parlarne? Perché dovrei parlare con l’uomo che mi ha tolto
tutto? Muori! –
Il Signor Benni afferrò la pala e colpì Modigliani al volto.
La testa del detective colpì la base di legno della bara, emettendo un rumore
sordo.
Mentre era ancora intontito dal colpo, vide il coperchio della bara richiudersi.
Mentre era ancora intontito dal colpo, vide il coperchio della bara richiudersi.
Con lui dentro.
Intanto poteva sentire il rumore inconfondibile delle zolle
di terra che ritornavano al loro posto. Lo stava sotterrando mentre era ancora
vivo.
Bum! Bum!
Dei colpi sordi svegliarono Modigliani.
-Maledizione! Per Zeus, Apollo e tutti gli Dei! Chissà per
quale maledetto motivo le sigillano! -
-aiuto! - urlò disperato il detective –mi hanno sotterrato vivo!
-
-stia zitto, maledetto imbecille! Il giorno in cui ho
firmato quel dannato contratto dovevo essere completamente strafatto. -
Modigliani aveva un terribile dolore alle ginocchia. Entrava
a malapena nella bara, ed aveva passato le ultime sette ore con le gambe
piegate e rattrappite. Richiuse gli occhi sfiniti.
SBAM! SBAM!
Due colpi secchi lo fecero uscire di nuovo dal dormiveglia.
Due colpi di pistola.
La bara si aprì, e fece capolino la gigantesca testa di un
nano. Finalmente Modigliani riconobbe la voce.
-Bismarck! Sei venuto a salvarmi! -
- in effetti il pensiero di lasciarla marcire mi ha
attraverso la mente più di una volta, ma poi gli stipendi arretrati che ancora
mi deve hanno avuto la meglio sul desiderio di vederla morto. -
Modigliani impiegò più di dieci minuti per tirarsi su. Era
sfinito, stanco, lercio. Pieno di terra in ogni orifizio del suo corpo
martoriato. Uscì dalla fossa con l’aiuto del suo assistente.
Bismarck era alto un metro e venti, e come tutti i nani
aveva una testa troppo grande rispetto al corpo. Gli avambracci muscolosi gli
tiravano la maglia attillata. Gli enormi baffi che spuntavano appena sotto al
naso a patata gli erano valsi il soprannome che odiava, Otto Van Bismarck. Ma
solo il suo titolare poteva chiamarlo in quel modo.
Modigliani guardò il suo assistente. Aveva in mano una
rivoltella. La sua rivoltella. Si ricordò dei colpi che aveva sentito mentre
era ancora sottoterra.
-hai aperto la bara a colpi di pistola? Sei pazzo? –
-No, ma sono comunque un nano. L’alternativa a spararle
addosso era di lasciarla là sotto. Alla fine, purtroppo, non ha prevalso il
buon senso. -
Si guardarono per un po’ in cagnesco.
-abbiamo un problema senza soluzione, Bismarck. C’è un morto
che non è rimasto morto. -
-il Signor Benni? -
-No, molto peggio. Angela. Deve essere entrata nel corpo del
padre. È furba, molto furba. Ha rubato il suo stesso cadavere, e l’ha nascosto
chissà dove. Avendo lavorato con me conosce le regole del mestiere. Sa che per
liberarmi di lei ho bisogno di bruciare il corpo. -
-deve odiarla molto, Capo. -
-sembra proprio di sì. -
-non posso certo darle torto, in tutta onestà. -
-nemmeno io, Bismarck, nemmeno io. -
-cosa pensa di fare? -
-Se non hai il corpo, non rimane che la roulette russa. -
-mi sembra l’idea più idiota che abbia mai sentito uscire
dalla sua bocca, Capo. E di idee idiote ne ha prodotte in quantità industriale,
negli ultimi anni. -
-già. Ma i morti devono rimanere morti a tutti i costi,
Bismarck. Dammi la pistola ed accompagnami in macchina. -
Bismarck tirò su col naso.
-che puzza di merda. -
-questa notte devo essermela fatta sotto. –
Modigliani entrò in casa ancora sporco di terra e
puzzolente, ma con la rivoltella in mano. Non appena ebbe varcato l’ingresso,
la radio alla sua destra si accese.
-Angela è seduta sul divano in salotto, Dottor Modigliani.
Il corpo del Signor Benni non resisterà ancora per molto, temo. -
-lo so, Madama Bonaccorsi. -
-molto bene. Stia attento con quella pistola, ho appena
passato il lucido ai mobili. -
Modigliani raggiunse il salotto. Angela era seduta.
-Sapevo che avresti
trovato un modo per uscirne fuori. Sopravvivi sempre, Modigliani. Sono quelli
che ti sono vicini a morire. -
Guardava il panorama dalla vetrata. I giardini perfettamente
curati, che venivano tagliati quotidianamente dai giardinieri di Madama.
-bella vista, non è vero? -
Angela non si voltò nemmeno.
-Impari ad apprezzare veramente le cose soltanto quando
muori. Tre anni fa una vista come questa mi avrebbe lasciata indifferente,
mentre ora mi pare il paradiso. -
-già. Ma sei morta, Angela. E chi è morto deve restare morto.
-
Angela si voltò. Poggiò lo sguardo sulla pistola. Non aveva
più le fattezze del Signor Benni ormai. Erano ritornati i riccioli neri, gli
occhi profondi e le labbra piene. Sorrise.
-cosa vuoi fare, Philippe? Vuoi spararmi? Non farmi ridere.
Uccideresti soltanto mio padre. Credi che mi interessi? Quel porco mi ha
picchiata fin da quando ho imparato a camminare. Lui mi picchiava, e mia madre
restava a guardare. -
Modigliani punto la pistola contro la sua stessa tempia.
-so di non poterti uccidere, Angela. Sono venuto per
uccidere me. C’è solo un proiettile nella pistola, vediamo quanto ci metto a
farmi saltare le cervella. –
Angela si alzò in piedi, divertita.
-credi che non conosca i tuoi giochini? Ho vissuto con te
per due anni, so tutto di te. Dei tuoi trucchetti da quattro soldi per
ingannare gli spettri. Del tuo incredibile e disarmante egoismo. Non avresti
mai il coraggio di premere il grilletto. -
Modigliani chiuse gli occhi prima di premerlo. Non voglio
morire.
Clic. Il grilletto si azionò a vuoto.
-sono ancora vivo. Ma rimangono ancora quattro possibilità.
–
Il volto di Angela si contorse in un ghigno di rabbia.
-Credi che mi interessi se muori o no? Sono tornata in vita
per ucciderti! Mi hai tradito nella peggiore delle maniere! Mi hai fatto
credere di essere speciale, di essere finalmente accettata. E poi mi hai
abbandonato come un cane, senza neanche una parola, una spiegazione. Almeno mio
padre non mi ingannava. Non ha mai cercato di essere diverso da quello che era,
uno stronzo violento ed ubriacone. Ma tu, con tutte le tue moine e le tue
carezze, non ti sei dimostrato diverso. -
Modigliani scosse la testa.
-non ti ho mai promesso amore eterno, Angela. -
Premette di nuovo il grilletto. Clic. Era ancora vivo. Per
ora.
-altre tre possibilità per morire. -
-Muori allora! Premi ancora! Dai! Senza di te non avrei mai
iniziato a bucarmi. Mai. Avevo una paura fottuta degli aghi. Sei stato tu ad
insegnarmelo, è vero o no? -
-Sono un drogato ed un egoista, Angela. Ti ho mai detto il contrario?
-
-Si! Mi hai fatto entrare nel tuo appartamento, mi hai
accudito per mesi! Ti sei dimostrato gentile con me. Ma poi… mi hai abbandonato
come tutti gli altri. -
Modigliani premette ancora una volta. Questa volta mantenne
gli occhi aperti. Clic. Un altro colpo a vuoto.
-Muori maledetto! - gridò Angela. – spara ancora, dai! -
Modigliani allargò la bocca, terrorizzato.
-Premerò ancora il grilletto, Angela. Ma rimangono solo due
colpi. Il prossimo potrebbe essere quello buono. Sentirai un botto, e poi io
sarò morto. Esattamente come te. Per sempre. Ma ciò che è morto deve rimanere morto.
-
-Non sei pronto a morire. Sei troppo egoista. -
-Ed invece sì. -
Modigliani abbasso la canna della pistola per un attimo, poi
la riportò alla tempia. Fece per sparare.
-fermati! - urlò Angela.
Modigliani tirò un sospiro di sollievo. Angela crollò a
terra. I suoi tratti dolci e femminili iniziarono a scomparire. Sotto di lei
iniziavano ad emergere le rughe del Signor Benni.
-Cosa mi succede? - chiese lei.
Modigliani si accovacciò e le fece appoggiare la testa sulle
proprie gambe.
-gli spiriti tornano sulla terra guidati soltanto da un
sentimento. L’odio. Tu sei tornata per farmela pagare. Ma quando mi hai visto
premere il grilletto hai desiderato che io mi fermassi, che io continuassi a
vivere. Un atto di amore verso di me che ha rotto il canale d’odio che teneva
il tuo spirito ancora legato alla terra. L’odio e l’amore possono facilmente
convivere in qualsiasi essere umano, ma non in uno spirito. -
Angela stava lentamente scomparendo. I suoi lineamenti ormai
si confondevano con quelli del vecchio.
-io…ho paura, Philippe. -
-non averne. Stai tornando a casa. -
-Io…esiste il paradiso, Philippe? -
-Non lo so, Angela. Ma sicuramente c’è qualcosa dall’altra
parte. Un posto tranquillo, lontano da qui, dove troverai la pace. -
Un lampo improvviso, ed Angela era completamente sparita.
Tra le braccia di Modigliani rimaneva soltanto il corpo privo di sensi del
Signor Benni.
-Mi dispiace- sussurrò il detective.
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