I politici italiani cercano
disperatamente un rapido consenso che scivola inesorabilmente via nei
sondaggi. Preistoriche figure si aggirano tra le liste bloccate della
politica peninsulare, ed in particolare tra la sinistra di questo
paese confuso.
In una situazione stravolta
dall'incertezza sul futuro economico, un ceto politico serio dovrebbe
pensare ai contenuti. Dovrebbe guardare ad un progetto credibile per
crescere, o quantomeno per smettere di cadere.
Non dovrebbe essere troppo difficile:
del resto i disastri Berlusconiani avrebbero consegnato il paese a
qualsiasi sinistra del mondo. Ma non alla sinistra italica. No, non
al Pd. Un partito serio avrebbe stilato un programma leggibile anche
da una persona che non ha cinque lauree e l'avrebbe pubblicizzato.
Non un tomo di cinquemila pagine, un programma breve e comprensibile.
Poi avrebbe trovato uno o due alleati disposti a condividerlo ed
organizzato delle primarie credibili (possibilmente con uno statuto)
Basta, nient'altro.
No, il Pd questo non lo può fare.
Perché deve ascoltare D'Alema che non vuole Vendola che a sua volta
rifugge Casini mentre Bersani cerca di fare l'ammucchiata contro
Renzi. Una politica fatta di nomi, sigle, acronimi in un paese che
vuole risposte concrete. Ma quando manca la concretezza, quando
mancano le risposte ai problemi dei cittadini, allora diventa tutta
una caciara. E nella caciara vince il più bello, il più simpatico,
il più fico. Quello di successo, quello che buca lo schermo. Nella
caciara vince Berlusconi, che intanto ha perso sette chili e vuole
tornare in politica.
Risposte concrete, che non significano
risposte facili. In un paese in preda alla crisi bisogna avere il
coraggio di dire dove il paese deve andare. Che può non essere il
luogo che vorrebbero i cittadini. Almeno non sempre.
I cittadini sono svegli, apprezzano chi
fa una scelta, chi si occupa del lavoro, dell'economia, della
cultura, dell'istruzione, dei diritti civili. Ma se parli solo di
acronimi, di sigle, di Vendoli e Casini, allora gli italiani pensano
che sei un cazzaro. E se sei un cazzaro penoso, allora tanto vale
sceglire quello che lo fa meglio, il cazzaro. Tanto vale scegliere
Grillo e Berlusconi.
Parliamo di scelte, cazzo. Basta con
questo modo di fare i pupazzi nel teatrino delle alleanze. Perché se
la politica diventa una scelta tra comici, i cittadini sceglieranno
sempre Beppe e Silvio. Loro, almeno,il comico lo fanno di
professione.
Ottima disamina Francè! Come nell'esempio del rasoio di occam, in questo caso, la risposta più semplice è anche quella giusta! Speriamo che il PD non se ne accorga troppo tardi...
RispondiEliminaGrazie per il commento, Pasquale! Credo che la dirigenza del Pd sia così miope da perdere anche questo treno. Del resto il semplice fatto che manchino pochi mesi alle elezioni e ci troviamo in questa situazione è una prova della tragicità della situazione. Ma ehi, la speranza è l'ultima a morire!
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