domenica 12 ottobre 2014

UNA RIMOZIONE DIFFICILE (MODIGLIANI #1)





Il nuovo cliente dell'agenzia investigativa Modigliani bussò alla porta proprio mentre il titolare, Philippe Modigliani, aveva preso il violino in mano. Non aveva mai suonato uno strumento musicale in vita sua, e quel primo esperimento non poteva dirsi riuscito. Delle note lunghe e sgraziate uscivano dalle corde e si diffondevano nelle stanze della grande villa, facendo vibrare le antiche vetrate settecentesche.
Il nuovo cliente nel frattempo aspettava di poter entrare. Era un signore distinto con i capelli ormai bianchi ed il volto solcato da numerose rughe. Qualche anno prima sarebbe forse potuto passare per un avvocato o un commercialista di successo, ma in quel momento sembrava soltanto un vecchio stanco ed appassito.
Finalmente il grande portone di legno si aprii ed il cliente poté varcare l'uscio e fare ingresso nella gigantesca villa. La hall, finemente affrescata, costituiva il primo assaggio di un luogo dove il tempo pareva essersi fermato. Il mobilio, le mura, gli arazzi ed i lampadari appartenevano tutti ad un periodo ormai lontano, dimenticato. Eppure non sembravano usurati, al massimo un po' stanchi.
L'anziano e distinto signore rimase per dieci minuti in piedi, davanti al portone d'ingresso, spostando il peso del proprio corpo da un piede all'altro. Intanto le orecchie venivano ferite dallo stridio proveniente dal violino, in salotto, che proprio in quel momento veniva torturato dal titolare dell'agenzia investigativa.
-Gentile Signore, è il benvenuto. Prosegua pure fino alla zona giorno, dove troverà Philippe Modigliani ad attenderla. -
Il cliente sobbalzò. Si guardò intorno, non capendo da dove veniva quella voce così giovane e femminile. Poi si rese conto che una vecchia radio, poggiata su un tavolino di legno, si era improvvisamente accesa.
Il signore si incamminò velocemente verso l'origine di quei suoni così molesti. Si ritrovò in una sala enorme, arredata nello stesso stile dell'ingresso. Stesso sfarzo settecentesco, stessa brillante mano barocca. Davanti ad una gigantesca vetrata che dava sui verdi giardini della villa, Philippe Modigliani stava distruggendo uno stradivari da due milioni di euro nel vano tentativo di suonarlo.
Il cliente cercò di attirare l'attenzione del titolare dell'agenzia investigativa schiarendosi la gola, ma i suoi rumori gutturali non potevano niente contro l'incredibile complessità degli stridori infernali prodotti dal violino. Quello strumento, che in mano più esperte avrebbe potuto creare le melodie più armoniose, emetteva un rumore acuto, come se stesse piangendo.
-Dottor Modigliani, ha un cliente che la sta aspettando. Non sia maleducato. -
Questa volta la voce femminile aveva un tono meno gentile, come quello di una madre che redarguisce il proprio figlio. Ma anche in questa occasione il cliente sobbalzò, non capendo da dove provenisse. Una radio altrettanto vecchia, ma ancora più grande, si trovava tra i divani posizionati al centro della stanza.
Finalmente l'investigatore si rese conto di avere un ospite in casa. A quel punto interruppe quella penosa esibizione e lanciò l'archetto dall'altra parte della stanza. Con il violino ancora in mano, si avvicinò ai divani dorati e sprofondò su uno di questi.
Philippe Modigliani era un uomo di quarant'anni. I suoi jeans stinti e la sua maglietta anonima sembravano cozzare con gli ambiziosi arredi della sua casa. Il suo volto incavato sembrava quello di un uccello rapace, mentre il suo fisico alto e massiccio lasciava intuire un passato da atleta o da muratore.
-salve- disse, continuando a giocherellare con il violino. -si sieda e provi a spiegarmi per quale motivo è venuto a trovarmi. -
Il vecchio signore cercò di sedersi senza spiegazzare troppo il completo elegante con cui era venuto. Aveva qualche difficoltà a parlare, come se neanche lui sapesse per quale motivo si trovava in quel luogo.
-salve, Dottor Modigliani. - farfugliò -non abbiamo mai avuto modo di conoscerci, ma io so chi è lei. E credo anche che lei, sebbene indirettamente, sappia chi sia io. -
-Ma lei, signore, crede male. Se pensa che io possa indovinare semplicemente guardandola chi è e cosa vuole da me, ha sbagliato indirizzo. Posso dirottarla verso maghi o indovini in grado di effettuare tali performance, io sono soltanto un umile investigatore. -
L'anziano signore parve ancora più confuso ed imbarazzato.
-no, io intendevo dire...sono il padre di Angela-
-Angela chi, scusi? -
-Angela Benni. -
Improvvisamente Modigliani si rabbuiò.
-Signor Benni, ma certo, certo, mi ricordo molto bene di Angela. Dopo tutto questo tempo non mi aspettavo di vederla qui. -
L'anziano signore lo fissava a bocca aperta, con gli occhi lucidi, incapace di continuare.
- Dottor Modigliani, sono passati soltanto due anni. -
-Un lasso di tempo abbastanza lungo per metabolizzare qualsiasi dolore, temo. Ma insisto, mi spieghi pure per quale motivo è qui. -
Improvvisamente il giradischi dall'altro lato della stanza si illuminò, facendo sobbalzare il Signor Benni.
-Forse il Signore vuole qualcosa da bere. Mi sembra incredibilmente scosso. Anzi, avverto in lui molta rabbia. Un essere umano non dovrebbe avere dentro di sé tutto quel dolore. -
Il Signor Benni si guardò intorno, disorientato.
-Ma chi è che parla? -
Modigliani sorrise.
-Si tratta della padrona di casa, Madama Bonaccorsi. É molto gentile e disponibile, ma è anche una donna di incredibile perspicacia. Tutte le sue analisi sui clienti che sono entrati in questo salotto si sono rivelate corrette. -
-Ma, dove è la Signora? Non la vedo da nessuna parte. -
-è naturale che non la veda, Signor Benni. Madama Bonaccorsi è morta tre secoli fa. Ma il suo spettro infesta ancora questa casa. -
L'anziano signore iniziò a sudare, preoccupato. Sembrava voler rimpicciolirsi e nascondersi tra le pieghe del divano.
-pensavo che lei si occupasse di questo genere di cose, come liberare i posti dagli spettri o far riposare gli spiriti...perché non libera questa casa? -
-pessima idea. Se liberassi questa casa, dovrei restituirla ai legittimi proprietari. Perché dovrei consegnare le chiavi di questo gioiello agli eredi di Madama, quando posso occuparla abusivamente con il beneplacito della stessa donna che lo costruì tre secoli or sono? Io e Madama Bonaccorsi abbiamo trovato un accordo molto vantaggioso per entrambi, non è vero Madama? -
Il giradischi continuava a crepitare in lontananza, ma la voce si sentiva chiara e forte.
-certamente, Messer Modigliani. I miei eredi sono dei borghesucci deludenti. Se il signor cliente non desidera niente, io tornerei alle pulizie della casa. -
Il silenzio imbarazzato tra l'investigatore ed il suo nuovo cliente ritornò padrone del salotto.
-allora, Signor Benni, mi stava dicendo? -
-Dottor Modigliani, come sicuramente si ricorderà, io ed Angela non eravamo in buoni rapporti. Lei era...fuggita di casa quando aveva diciassette anni, e da allora non ci siamo più visti né parlati. Il nostro dissapore era così forte e così radicato che rividi il suo volto soltanto il giorno del suo funerale. Non c'è giorno che passa senza che io non ripensi ai miei errori. Sono stato un uomo tremendo ed un pessimo padre-
Il vecchio aveva iniziato a piangere sommessamente. Le parole venivano frequentemente interrotte dai sospiri dolorosi dell'anziano signore.
Modigliani invece cercava di trovare una posizione più comoda per sedersi, infastidito.
-tutto questo è molto triste, Signor Benni, ma spero esista un momento nella sua narrazione in cui lei necessiti del mio aiuto, perché in verità sarei molto occupato. -
-in verità- intervenne Madama Bonaccorsi- sono mesi che non fai niente dalla mattina alla sera. -
Modigliani arrossi leggermente, imbarazzato. Ma il vecchio cliente parve non accorgersi dell’interruzione, troppo preso dal suo stesso racconto.
-Vede, Dottor Modigliani, dopo la morte di Angela ho cercato di essere un uomo migliore. Ho altri due figli, entrambi molto più giovani di Angela, e tento ogni giorno di non commettere con loro gli stessi errori che ho fatto con lei. Inoltre ogni sei mese salgo a Roma, dalla Sicilia, per poter visitare la tomba di Angela. Tutto è andato per il meglio fino a tre settimane fa, quando Angela è ritornata. -
Modigliani lo guardò, finalmente incuriosito.
-in che senso è ritornata? -
-Nel senso che ho iniziato a sognarla, quasi tutte le notti. Sogni così vividi che la mattina dopo, una volta sveglio, mi pareva di non aver dormito neanche dieci minuti. Mia moglie ha trovato dei foglietti tra i suoi libri di cucina, e la scrittura era proprio quella di Angela. Lei pensa che possa averli scritti quando viveva ancora a casa nostra, ma sappiamo entrambi che è impossibile. Utilizza quei manuali quasi ogni giorno, e delle lettera simili non sarebbero potute passare inosservate per così tanto tempo-
-cosa c'è scritto nei foglietti? -
-Angela chiede alla madre perché non ha fatto niente per difenderla da me, perché si è sempre schierata dalla mia parte. Come saprà, bevevo molto e poi me la prendevo con lei. -
-Si, si, mi ricordo, so che è una persona disgustosa, non si preoccupi. Ma continui il suo racconto, non si fermi proprio adesso. -
Il signor Benni scosse la testa, triste, ma continuò a parlare.
-I sogni ed i foglietti sono continuati ad apparire per qualche tempo. Non sapevo cosa fare, ma all'inizio mi sono limitato ad aspettare. Soltanto giovedì scorso mi sono convinto a venire da lei. Angela non parlava con me, ma continuava ogni tanto a sentirsi con mia moglie. Le aveva parlato a lungo di lei, mentre vivevate insieme, del lavoro “inusuale” che svolge-
-non c'è niente di inusuale nel lavoro che svolgo, Signor Benni. Sono soltanto inusuali le cose che accadono nel mio lavoro. Ma continui, cosa lo ha convinto a rivolgersi a me? -
-I mie figli. Angela ha iniziato a prendersela con loro. Specialmente con Lorenzo. Deve aver avvertito, deve sapere in qualche modo che lui è il mio prediletto. Giovedì scorso è apparsa nel laghetto davanti casa nostra, invitandolo ad immergersi per raggiungerla. Lorenzo non sa nuotare ed ha una paura viscerale dell'acqua, eppure si è tuffato. Sarebbe morto, se il fratello maggiore non fosse intervenuto per salvarlo. -
Modigliani si alzò improvvisamente in piedi, rivitalizzato.
-molto bene, Signor Benni. Il suo mi pare un affascinante ma ordinario caso di spirito vendicativo. Lo spirito di Angela sembra essere ancora incazzato con lei per via del suo passato da alcolista violento, e per questo rimane bloccato sulla terra e bla bla bla. Rimuovere questo ostacolo per farle continuare la sua vita non sarà un problema. Potrà invecchiare pacificamente, con tutto il tempo di rovinare anche gli altri due figli che le rimangono. Serviranno soltanto ventimila euro, da pagare in anticipo. -
Il vecchio divenne paonazzo.
-ma...io pensavo che..dato che lei e Angela vivevate insieme quando lei è morta...insomma in virtù della vostra relazione... pensavo che lei avesse a cuore il problema.-
-ma certo, Signor Benni, tengo in grande considerazione il suo futuro e quello dello spirito di Angela, ma lei capisce che non farla pagare sarebbe ingiusto nei confronti degli altri clienti. -
-Attualmente lei non ha alcun cliente, Messer Modigliani- intervenne Madama Bonaccorsi.
-no- disse il vecchio, ancora una volta incurante delle interruzioni - non fa niente. Pagherò. Le firmo subito un assegno. L'importante è che risolva subito il problema. -
-Lo farò. Ma avrò bisogno anche di lei. Si trovi domani sera alle dieci davanti alla tomba di Angela. Il suo spirito troverà finalmente la pace, oppure brucerà per sempre tra le fiamme dell’inferno. -
-ma lei...non ha un briciolo di compassione? Stiamo parlando di mia figlia. Di una donna che ha vissuto con lei. Una donna che l'amava e la rispettava. -
Modigliani sorrise.
-Signor Benni, con la compassione non si pagano le bollette. Con la compassione non si mangia, e non si beve. Se c'è una cosa che ho imparato in tutti questi anni, è che la compassione è un lusso che gli operatori del mio settore non si possono permettere. Domani mattina andrò a controllare l'assegno in banca. Salvo sgradite sorprese, mi troverà davanti alla tomba di Angela alle dieci. -
Il vecchio si alzò in piedi e se ne andò mestamente.
Il giradischi dall’altra parte della stanza continuava a funzionare.
-Sembra proprio una rimozione difficile, Messer Modigliani. -
Modigliani si alzò in piedi. Prese in mano il violino stradivari da due milioni di euro e lo scaraventò contro la vetrata. Il legno di faggio si infranse contro la superficie trasparente, distruggendosi in centinaia di pezzi. Poi, lentamente, ogni pezzo iniziò a ravvicinarsi all'altro fino a ricomporre lo strumento perfetto che era stato all'inizio.
-non sai quanto, Madama Bonaccorsi, non sai quanto. -

-pronto, chi cazzo è? -
-Sono io, Bismarck. Il tuo titolare. Ti ricordo che sei ancora il mio assistente, un collaboratore della Modigliani investigazioni. -
-Ah sì? A giudicare dalla regolarità con cui arrivano i miei pagamenti, direi proprio di lavorare gratis. Il datore di lavoro che rimane indietro nelle sue obbligazioni non può certo pretenderle dal suo dipendente. E poi le ho detto milioni di volte di non chiamarmi in quel modo. -
-Dai Bismarck, smettila di piagnucolare. Ho bisogno di sapere dove si trova la tomba di Angela Benni. -
-Non è mai andato a trovarla? Non ha voluto andare al funerale perché diceva di sentirsi troppo male, ma aveva promesso di visitare la tomba in seguito...-
-Suvvia, Bismarck! Chi lavora nel nostro campo conosce il reale valore dei funerali e delle tombe! Non farmi perdere tempo con queste superstizioni. -
-Si dice che si può conoscere il vero valore di una persona soltanto lavorandoci insieme, Modigliani. Ed io posso dire, dopo dieci anni al suo fianco, che non esiste una testa di cazzo peggiore di lei. Angela riposa nel cimitero delle Grazie. -
-vieni anche tu? -
-...-
-Bismarck, pronto? Pronto? Ci sei ancora? -


Modigliani camminava tra le tombe con la pala poggiata sulla spalla sinistra. Sotto di sé poteva sentire la terra concimata dalla morte, sopra di sé la luna illuminava le lapidi. Al detective bastò seguire la luce lunare per raggiungere la tomba di Angela. L'anziano padre era già là. Aveva depositato un mazzo di fiori davanti alla lapide bianca e bisbigliava qualcosa tra sé e sé. Probabilmente una preghiera.
-Eccoci qua, finalmente. - disse Modigliani. Sembrava di buon umore nonostante l'ambiente spettrale. Il signor Benni invece appariva ancora più vecchio, più incanutito che mai.
-cosa dobbiamo fare? - chiese.
Modigliani si avvicinò alla lapide. Angela Benni,1985-2011. Non c'era scritto nient'altro. Soltanto una foto per ricordarla. Una donna giovane, bella, con un sorriso innocente ma provocante allo stesso tempo. Quel tipo di ghigno che soltanto le siciliane possono avere quando vogliono blandire un uomo senza conquistarlo. Modigliani c'era cascato in pieno, qualche anno prima.
Prese il mazzo di fiori e lo buttò qualche metro più là. Poi prese la pale ed iniziò a scavare.
-cosa diavolo fa! - urlò l'anziano padre.
-cosa pensa che stia facendo? Dissotterro la tomba! -
-ma è un sacrilegio! -
-ovviamente. Ma è anche l'unico modo per scacciare lo spirito di Angela. -
Il vecchio si ingobbì ancora di più.
-io...non credo di farcela. -
Modigliani sbuffò.
-è difficile, naturalmente. Ma se non lo facciamo lo spirito di Angela coverà sempre più ira, odio, rancore. Gli spiriti non sono fatti per rimanere sulla terra, privi del loro corpo. Non sono fatti per svolazzare in giro. Possono soltanto moltiplicare il sentimento che li mantiene ancorati al suolo, che nel nostro caso sarebbe l'odio. Continuerà ad odiare finché non troverà un modo per ucciderti, o magari uccidere Lorenzo, o magari tua moglie. Non c'è altra soluzione. Dobbiamo dissotterrare il corpo e bruciarlo. -
-bruciarlo? -
-sissignore. –
-Cristo proteggimi. -
Il vecchio continuò a pregare.
Modigliani intanto scavava. Piano piano il cumulo di terra iniziò a farsi più alto, mentre Modigliani arrivava sempre più a fondo. Alla fine la pala colpì qualcosa di duro con un rumore sordo.
-ci siamo, Angela- sussurrò Modigliani. Era pieno di polvere, ed aveva la faccia sporca di terra. Tolse altro terriccio dalla bara, poi infilò la pala tra il coperchio e la base nel tentativo di aprirla.
-maledizione. - disse- chissà perché le sigillano. -
Ma sapeva perché venivano sigillate. Per evitare che i cadaveri uscissero fuori. Quello che è morto deve restare morto. Era quello lo scopo del suo mestiere, assicurarsi che la morte non facesse scherzi. La morte poteva essere una vera troia, quando voleva.
Finalmente si sentì un crack, e la tomba si aprii. Modigliani si sporse. Si aspettava di sentire un fetore tremendo provenire dalla tomba, ma il suo naso non percepiva niente.
Se c’era una cosa che aveva imparato dal suo lavoro, era di fidarsi del suo stesso naso. La morte fa schifo, ed i morti puzzano. Per questo si faceva pagare così tanto, perché era un avido figlio di puttana e perché lavorare con i cadaveri era una cosa sporca, vomitosa e puzzolente. Ma in quel momento non sentiva niente, come se la tomba…
Si sporse in avanti. La tomba era vuota.
Modigliani era al centro del fossato, con la pala ancora in mano.
-Signor Benni, la bara è vuota. Mi dia una mano a tirarmi fuori da qui. –
L’uomo si sporse e tese la mano. Modigliani la afferrò. Iniziò a tirarsi su. Un ghigno sinistro comparve sul volto del Signor Benni. Tutto d’un tratto l’uomo abbandonò la presa, e Modigliani crollò dentro la fossa, disteso sulla bara.
-maledetto bastardo- sibilò il Signor Benni. Ma la voce non era più la stessa. Non era più roca e maschile. Era una voce giovane, e femminile.
-oh no- disse Modigliani.
-Oh sì, mio dolce Philippe. La bara è un po’ piccola, ma hai tutto il tempo per abituartici. -
-Angela. - disse il detective.
Il volto del Signor Benni iniziò lentamente a mutare. I solchi sul volto iniziarono a schiarirsi, e gli occhi piccoli e neri si ingrandirono. Le labbra, prima secche e strette, diventarono carnose.
Angela, esattamente come se la ricordava Modigliani. Bella da far male. Ma in quel momento la luce nei suoi occhi non era d’amore. Due buchi di odio puro.
-Si, Philippe, sono proprio io. O forse pensavi che ti avrei lasciato in pace, dopo tutto quello che mi hai fatto? –
Modigliani provo ad alzarsi senza successo. Non riusciva a muoversi.
-sono sicuro che possiamo parlarne. -
-Parlarne? Perché dovrei parlare con l’uomo che mi ha tolto tutto? Muori! –
Il Signor Benni afferrò la pala e colpì Modigliani al volto. La testa del detective colpì la base di legno della bara, emettendo un rumore sordo.
Mentre era ancora intontito dal colpo, vide il coperchio della bara richiudersi.
Con lui dentro.
Intanto poteva sentire il rumore inconfondibile delle zolle di terra che ritornavano al loro posto. Lo stava sotterrando mentre era ancora vivo.



Bum! Bum!
Dei colpi sordi svegliarono Modigliani.
-Maledizione! Per Zeus, Apollo e tutti gli Dei! Chissà per quale maledetto motivo le sigillano! -
-aiuto! - urlò disperato il detective –mi hanno sotterrato vivo! -
-stia zitto, maledetto imbecille! Il giorno in cui ho firmato quel dannato contratto dovevo essere completamente strafatto. -
Modigliani aveva un terribile dolore alle ginocchia. Entrava a malapena nella bara, ed aveva passato le ultime sette ore con le gambe piegate e rattrappite. Richiuse gli occhi sfiniti.
SBAM! SBAM!
Due colpi secchi lo fecero uscire di nuovo dal dormiveglia. Due colpi di pistola.
La bara si aprì, e fece capolino la gigantesca testa di un nano. Finalmente Modigliani riconobbe la voce.
-Bismarck! Sei venuto a salvarmi! -
- in effetti il pensiero di lasciarla marcire mi ha attraverso la mente più di una volta, ma poi gli stipendi arretrati che ancora mi deve hanno avuto la meglio sul desiderio di vederla morto. -
Modigliani impiegò più di dieci minuti per tirarsi su. Era sfinito, stanco, lercio. Pieno di terra in ogni orifizio del suo corpo martoriato. Uscì dalla fossa con l’aiuto del suo assistente.
Bismarck era alto un metro e venti, e come tutti i nani aveva una testa troppo grande rispetto al corpo. Gli avambracci muscolosi gli tiravano la maglia attillata. Gli enormi baffi che spuntavano appena sotto al naso a patata gli erano valsi il soprannome che odiava, Otto Van Bismarck. Ma solo il suo titolare poteva chiamarlo in quel modo.
Modigliani guardò il suo assistente. Aveva in mano una rivoltella. La sua rivoltella. Si ricordò dei colpi che aveva sentito mentre era ancora sottoterra.
-hai aperto la bara a colpi di pistola? Sei pazzo? –
-No, ma sono comunque un nano. L’alternativa a spararle addosso era di lasciarla là sotto. Alla fine, purtroppo, non ha prevalso il buon senso. -
Si guardarono per un po’ in cagnesco.
-abbiamo un problema senza soluzione, Bismarck. C’è un morto che non è rimasto morto. -
-il Signor Benni? -
-No, molto peggio. Angela. Deve essere entrata nel corpo del padre. È furba, molto furba. Ha rubato il suo stesso cadavere, e l’ha nascosto chissà dove. Avendo lavorato con me conosce le regole del mestiere. Sa che per liberarmi di lei ho bisogno di bruciare il corpo. -
-deve odiarla molto, Capo. -
-sembra proprio di sì. -
-non posso certo darle torto, in tutta onestà. -
-nemmeno io, Bismarck, nemmeno io. -
-cosa pensa di fare? -
-Se non hai il corpo, non rimane che la roulette russa. -
-mi sembra l’idea più idiota che abbia mai sentito uscire dalla sua bocca, Capo. E di idee idiote ne ha prodotte in quantità industriale, negli ultimi anni. -
-già. Ma i morti devono rimanere morti a tutti i costi, Bismarck. Dammi la pistola ed accompagnami in macchina. -
Bismarck tirò su col naso.
-che puzza di merda. -
-questa notte devo essermela fatta sotto. –


Modigliani entrò in casa ancora sporco di terra e puzzolente, ma con la rivoltella in mano. Non appena ebbe varcato l’ingresso, la radio alla sua destra si accese.
-Angela è seduta sul divano in salotto, Dottor Modigliani. Il corpo del Signor Benni non resisterà ancora per molto, temo. -
-lo so, Madama Bonaccorsi. -
-molto bene. Stia attento con quella pistola, ho appena passato il lucido ai mobili. -
Modigliani raggiunse il salotto. Angela era seduta.
 -Sapevo che avresti trovato un modo per uscirne fuori. Sopravvivi sempre, Modigliani. Sono quelli che ti sono vicini a morire. -
Guardava il panorama dalla vetrata. I giardini perfettamente curati, che venivano tagliati quotidianamente dai giardinieri di Madama.
-bella vista, non è vero? -
Angela non si voltò nemmeno.
-Impari ad apprezzare veramente le cose soltanto quando muori. Tre anni fa una vista come questa mi avrebbe lasciata indifferente, mentre ora mi pare il paradiso. -
-già. Ma sei morta, Angela. E chi è morto deve restare morto. -
Angela si voltò. Poggiò lo sguardo sulla pistola. Non aveva più le fattezze del Signor Benni ormai. Erano ritornati i riccioli neri, gli occhi profondi e le labbra piene. Sorrise.
-cosa vuoi fare, Philippe? Vuoi spararmi? Non farmi ridere. Uccideresti soltanto mio padre. Credi che mi interessi? Quel porco mi ha picchiata fin da quando ho imparato a camminare. Lui mi picchiava, e mia madre restava a guardare. - 
Modigliani punto la pistola contro la sua stessa tempia.
-so di non poterti uccidere, Angela. Sono venuto per uccidere me. C’è solo un proiettile nella pistola, vediamo quanto ci metto a farmi saltare le cervella. –
Angela si alzò in piedi, divertita.
-credi che non conosca i tuoi giochini? Ho vissuto con te per due anni, so tutto di te. Dei tuoi trucchetti da quattro soldi per ingannare gli spettri. Del tuo incredibile e disarmante egoismo. Non avresti mai il coraggio di premere il grilletto. -
Modigliani chiuse gli occhi prima di premerlo. Non voglio morire.
Clic. Il grilletto si azionò a vuoto.
-sono ancora vivo. Ma rimangono ancora quattro possibilità. –
Il volto di Angela si contorse in un ghigno di rabbia.
-Credi che mi interessi se muori o no? Sono tornata in vita per ucciderti! Mi hai tradito nella peggiore delle maniere! Mi hai fatto credere di essere speciale, di essere finalmente accettata. E poi mi hai abbandonato come un cane, senza neanche una parola, una spiegazione. Almeno mio padre non mi ingannava. Non ha mai cercato di essere diverso da quello che era, uno stronzo violento ed ubriacone. Ma tu, con tutte le tue moine e le tue carezze, non ti sei dimostrato diverso. -
Modigliani scosse la testa.
-non ti ho mai promesso amore eterno, Angela. -
Premette di nuovo il grilletto. Clic. Era ancora vivo. Per ora.
-altre tre possibilità per morire. -
-Muori allora! Premi ancora! Dai! Senza di te non avrei mai iniziato a bucarmi. Mai. Avevo una paura fottuta degli aghi. Sei stato tu ad insegnarmelo, è vero o no? -
-Sono un drogato ed un egoista, Angela. Ti ho mai detto il contrario? -
-Si! Mi hai fatto entrare nel tuo appartamento, mi hai accudito per mesi! Ti sei dimostrato gentile con me. Ma poi… mi hai abbandonato come tutti gli altri. -
Modigliani premette ancora una volta. Questa volta mantenne gli occhi aperti. Clic. Un altro colpo a vuoto.
-Muori maledetto! - gridò Angela. – spara ancora, dai! -
Modigliani allargò la bocca, terrorizzato.
-Premerò ancora il grilletto, Angela. Ma rimangono solo due colpi. Il prossimo potrebbe essere quello buono. Sentirai un botto, e poi io sarò morto. Esattamente come te. Per sempre. Ma ciò che è morto deve rimanere morto. -
-Non sei pronto a morire. Sei troppo egoista. -
-Ed invece sì. -
Modigliani abbasso la canna della pistola per un attimo, poi la riportò alla tempia. Fece per sparare.
-fermati! - urlò Angela.
Modigliani tirò un sospiro di sollievo. Angela crollò a terra. I suoi tratti dolci e femminili iniziarono a scomparire. Sotto di lei iniziavano ad emergere le rughe del Signor Benni.
-Cosa mi succede? - chiese lei.
Modigliani si accovacciò e le fece appoggiare la testa sulle proprie gambe.
-gli spiriti tornano sulla terra guidati soltanto da un sentimento. L’odio. Tu sei tornata per farmela pagare. Ma quando mi hai visto premere il grilletto hai desiderato che io mi fermassi, che io continuassi a vivere. Un atto di amore verso di me che ha rotto il canale d’odio che teneva il tuo spirito ancora legato alla terra. L’odio e l’amore possono facilmente convivere in qualsiasi essere umano, ma non in uno spirito. -
Angela stava lentamente scomparendo. I suoi lineamenti ormai si confondevano con quelli del vecchio.
-io…ho paura, Philippe. -
-non averne. Stai tornando a casa. -
-Io…esiste il paradiso, Philippe? -
-Non lo so, Angela. Ma sicuramente c’è qualcosa dall’altra parte. Un posto tranquillo, lontano da qui, dove troverai la pace. -
Un lampo improvviso, ed Angela era completamente sparita. Tra le braccia di Modigliani rimaneva soltanto il corpo privo di sensi del Signor Benni.
-Mi dispiace- sussurrò il detective.

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