domenica 27 ottobre 2013

Soffocare, World war z, Il lungo inverno di Frankie Machine.

Soffocare- Chuck Palahniuk
Victor Mancini è uno studente di medicina fallito, sessodipendente e cinico. Partecipa agli incontri dei satiriaci anonimi con il solo scopo di trovare altre ragazze con la sua stessa patologia e potersele fare nel bagno della struttura. Ha una madre pazza e malata che l'ha costretto ad una vita di fuga e di rigetto dell'autorità costituita, che vede nel figlio la reincarnazione di Gesù Cristo.  Per poterla curare inizia a fingere di morire soffocato, affinché qualcuno lo salvi e gli dia dei soldi in segno di riconoscenza per “averlo fatto sentire un eroe”.
Gli altri due personaggi della storia? Danny, il suo migliore amico, ha una malattia ossessiva che lo obbliga a farsi le seghe ogni due secondi. La dottoressa Marshall, invece, vuole rimanere incinta del protagonista, convinta di conoscere un modo per salvare la madre di Victor dalla sua demenza senile.
Devo continuare?
Palahiuk prosegue la sua analisi sul sesso, la società ed i rapporti di forza/costrizione che ognuno di noi ha con i propri genitori, ma per farlo si serve di una storia così assurda che fa tutto il giro è diventa ridicola.
Tutti ci sentiamo soffocati dai vincoli a cui siamo costretti in famiglia ed in società, ma il lettore si ritrova confuso e perso tra le continue scene al limite del grottesco che si susseguono lungo il corso del romanzo. Nonostante un'introduzione travolgente, diventa fin da subito impossibile immedesimarsi con Victor o Danny, ed il gioco sottile tra finzione e realtà che pervade il romanzo diventa sempre più complicato fino a risultare incomprensibile.
Ci si chiede fin da subito se la storia che viene raccontata sia il frutto della fantasia del protagonista oppure accada veramente, e la sensazione di soffocamento si trasferisce dal protagonista al lettore in meno di due capitoli. Forse era quello lo scopo dell'autore, sta di fatto che nella lettura la noia supera di gran lunga qualsiasi altra sensazione.
Chuck Palahniuk? O lo ami, o lo odi. Non ci sono mezze misure. Io, personalmente, lo odio.

World War Z- Max Brooks

Zombie, zombie, zombie! Basterebbe quello per farmi amare qualsiasi romanzo, film, serie tv. Ma Brooks, esattamente come Romero, utilizza gli zombie come scusa per parlare di altro. Della natura umana, delle nostre menti, della società contemporanea.
Il romanzo ci racconta delle reazioni del genere umano all'apocalisse dei morti viventi attraverso delle interviste. Le esperienze dei singoli personaggi sono brevi, e non sono collegate tra di loro. 
I capitoli sono brevissimi, ciascuno dedicato ad un sopravvissuto. 
Brooks crea un mondo nuovo, immaginando le reazioni delle varie nazioni all'invasione degli zombie. Cosa farebbero gli Stati Uniti? Ed Israele? L'unione europea?Ebrei e palestinesi si continuerebbero ad odiare anche all'alba della fine del mondo? Gli americani la smetterebbero di essere dei cazzoni guerrafondai (la risposta, ovviamente, è no).
Per la prima volta i morti viventi non vengono presi come incentivo all'indagine della natura umana, ma per capire meglio la nostra società e le sue numerose disfunzioni.
L'obiettivo del libro non è quello di offrire un'ambientazione horror, e chi si approccia a questo titolo sperando in una storia survival rimarrà deluso. Non c'è Rick Grimes o Michonne, non ci sono combattimenti all'arma bianca. Il punto di vista è più ampio, globale, ed anche quando il protagonista intervista persone comuni quello che conta è l'indagare le reazioni della collettività ad una tragedia simile.
Max Brooks crea un mondo nuovo, ricostruito dopo l'invasione degli zombie, e ci spiega perché e come il genere umano è riuscito a sopravvivere.
Un'analisi molto acuta sulla società americana e la politica internazionale, consigliata anche a chi odia gli zombie.

Il lungo inverno di Frankie Machine- Don Wislow
Don Wislow è considerato uno dei migliori scrittori noir in circolazione. Il Lungo inverno di Frankie Machine è un libro che soddisferà sicuramente tutti gli amanti del noir, ma lascerà con l'amaro in bocca coloro che si aspettano dal genere qualcosa di più.
Frankie Machine è il solito ex sicario della mafia che, diventato vecchio, ha cambiato vita ed ha iniziato a rigare dritto. Ovviamente, il suo passato violento tornerà a bussargli alla porta ed il buon Frankie sarà costretto a rispolverare la beretta.
La narrazione si alterna tra il passato ed il presente di Frankie, la storia scorre veloce, è ben scritta. Ma è fredda, senz'anima. Nel corso della narrazione si alternano più di venti personaggi, ma il lettore non riesce ad immedesimarsi con nessuno di loro. Lo stesso protagonista, il leggendario Frankie Machine, sembra fatto di marmo: non è particolarmente violento quando viene descritto giovane (e gangster) né particolarmente buono quando diventa vecchio (ed onesto). Le emozioni rimangono sullo sfondo, i personaggi sono monodimensionali, ed a farla da padrone sono le sparatorie ed i soliti intrecci tra mafia e politica.
Un bel libro, che si lascia leggere, ma chi dice che Don Wislow è il re del noir non ha mai letto autori come Jean-Claude Izzo o Massimo Carlotto. Gente di un altro pianeta, che hanno la sfiga di non essere americani.

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