sabato 29 dicembre 2012

Pubblico chiude.

Pubblico chiude. Un'avventura editoriale durata pochissimo, annunciata in pompa magna e morta senza troppo clamore. I giornalisti sono in sciopero e annunciano che domani il giornale non sarà in edicola, l'editore-direttore dice di no.
La fine lampo di Pubblico rappresenta probabilmente una soluzione migliore alla lenta e assurda agonia del Manifesto, ma rimane da chiedersi come sia possibile una cosa del genere: chiudere un giornale aperto appena tre mesi fa. Il più sprovveduto dei business plan prevede almeno un anno in disavanzo, cosa avevano in testa Telese e Tessarolo quando hanno deciso di lanciare un quotidiano cartaceo in un mercato già saturo?

Basta fare una piccola ricerca su facebook per scoprire che molti dei collaboratori di Pubblico sono sottopagati, e adesso rischiano addirittura di non ricevere gli stipendi arretrati. Sono cose che fanno riflettere. Anzi, sono cose che fanno incazzare.

Odio le metafore forzate, soprattutto quando ci sono in mezzo fatti di cronaca. Soprattutto quando c'è in mezzo il lavoro ed il futuro delle persone. Ma Pubblico è veramente la dimostrazione che noi sinistroidi siamo spesso più bravi a parlare che a fare le cose. I migliori critici degli imprenditori italiani, salvo poi comportarci nelle peggiori maniere quando iniziamo un'impresa noi.

Telese dice che avrà modo di spiegarsi domani sulle pagine del giornale. Leggeremo la sua versione dei fatti e ci faremo un'opinione. Ma Luca, stai attento: perché c'è solo una cosa peggiore dello sfruttare il lavoro delle persone. É fare la morale agli sfruttatori e poi comportarsi nella stessa maniera.

mercoledì 26 dicembre 2012

Caro Civati, non credo che fossero queste le parlamentarie che volevamo.

Caro Giuseppe,
mi permetto di darti del tu e di chiamarti per nome perché, seguendoti sul blog e su Twitter, mi sembra quasi di conoscerti.
Ti scrivo perché ho condiviso con te e con tanti altri la necessità di indire le parlamentarie, l'unico modo (finché non cambierà questa oscena legge elettorale) di dare veramente voce ai cittadini. Ma ancora una volta sono rimasto deluso e sconcertato dalle regole decise dalla direzione del Partito Democratico. 
Sinceramente mi sfugge la ratio della maggior parte delle decisioni prese, tenuto conto del fatto che le parlamentarie dovrebbero essere uno strumento per i cittadini tutti, e non soltanto per i simpatizzanti o gli iscritti al Pd.

Fatta questa doverosa premessa, ti chiedo: che senso ha tenere fuori tutti coloro che non hanno votato alle primarie? Il 25 Novembre moltissimi non si sono recati ai seggi perché impossibilitati o semplicemente poco interessati alla sfida. Perché gli si impedisce di partecipare anche questa volta? Sembra che ai piani alti ci sia l'intenzione di recintare il cd “Popolo del Centro Sinistra”, censirlo. Ma un partito europeo deve parlare a tutti, e soprattutto deve andarsi a prendere ogni possibile voto. Le elezioni sono imminenti, il rischio di altri quattro anni di ingovernabilità alto: il Pd non deve rassicurare i suoi, deve entrare nella testa degli indecisi.

Il numero di firme da raccogliere, poi, rende impossibile per chiunque non sia già all'interno dell'apparato del partito di presentare la propria candidatura. In questo modo i famosi nomi “pescati” dalla società civile hanno più possibilità di venire scelti dal segretario attraverso la cooptazione nella sua lista bloccata piuttosto che attraverso l'elezione diretta. 

E poi, soprattutto, mi chiedo come si possano eleggere i parlamentari (che si occuperanno di materie aventi rilievo nazionale o internazionale) sulla base di liste compilate su base locale. Faccio l'esempio di Macerata, città in cui abito: si sono candidate sette persone di cui non so ASSOLUTAMENTE nulla, salvo che cinque di loro sono bersaniani e due renziani. Come posso votare quando non so cosa pensano di politica economica, di unioni omosessuali, sui temi del lavoro e dell'istruzione? Si era detto che dopo le primarie le divisioni sarebbero venute meno, invece mi ritrovo a dover scegliere tra cinque “bersaniani” che fanno parte dell'apparato del Pd e sono nel direttivo locale, e due renziani che ripetono pedissequamente quanto detto da Matteo durante la sua campagna. 

Va bene il collegamento con il territorio, ma il Pd non è la Lega. Non deve difendere gli interessi di una microregione a discapito del sistema paese. I parlamentari devono parlare a tutti gli italiani e devono occuparsi di materie per cui sono richieste competenze specifiche. Competenze che in queste parlamentarie non verranno fuori (almeno non nel mio territorio).
Il rischio è che diventi tutta una sfida muscolare tra apparati e tra correnti, con i cittadini che non solo non hanno la possibilità di candidarsi, ma neanche di votare.

martedì 25 dicembre 2012

Riflessioni natalizie

In pieno spirito natalizio, con la fine dell'anno che si avvicina inesorabilmente, mi ritrovo costretto mio malgrado ad utilizzare questo spazio virtuale per una piccola riflessione natalizia.
Un altro anno se ne è andato, e non mi sento né più vecchio né più maturo. Si dice che il tempo sia il migliore di tutti i maestri, ma uccida tutti i suoi allievi. Io devo essere uno studente particolarmente indisciplinato, perché nonostante tutto non ho ancora nessun idea di quello che fare della mia vita. Continuo a studiare giurisprudenza con una certa lena, timoroso di finire fuori corso ma ancora più spaventato per quello che verrà dopo. Leggo, scrivo e faccio tutto quelle attività che mi danno soddisfazione senza avere un quadro preciso di quello che sono o quello che voglio diventare.

Forse la colpa è di video come questo, che ti dicono di fare del tuo meglio per realizzare i tuoi sogni. Di prendere la tua vita e farne un capolavoro. Fin da piccolo ti bombardano di messaggi che ti invitano a diventare Qualcuno, perché il rischio di essere un signor nessuno è sempre dietro l'angolo. Devi essere il migliore, perché l'epoca delle piccole soddisfazioni è passato. Adesso è il Merito ad aver preso il sopravvento.

Ed allora diciamocelo pure chiaramente: anche io voglio il meglio dalla mia vita. Certo, essere figlio di una buona famiglia mi aiuterà nel percorso. Certo, la mia costante indecisione su cosa fare con le mie capacità potrebbe essere un ostacolo verso il successo. Ma di sicuro voglio il massimo per me e per le persone che amo. Ma continuando di questo passo stiamo sacrificando le cose più belle della nostra vita sull'altare dei sogni.

Basterebbe fermarsi un attimo a pensare che il meglio deve ancora arrivare, ma molte cose buone le abbiamo già ottenute. Guardiamo al futuro, ma non dimentichiamoci delle cose belle del presente. Anche quando si tratta di un presente difficile e traballante.

Il mio auguro di Natale verso di voi (e verso di me) è proprio questo: fate della vostra vita un capolavoro, ma non sacrificate quello che già avete di bello. Bisogna rischiare, ma non si può buttare al macero il passato. Perché il sorriso di tuo nonno nella notte della vigilia vale tutto il Natale.

domenica 23 dicembre 2012

Morale della favola...

Morale della favola: Berlusconi, che ha distrutto il paese ed è stato al governo per dieci anni, si candida alla guida dei moderati pur essendo un estremista. Con fidanzata ventenne al seguito e le solite tre televisioni in più.

Grillo, comico adattato alla politica, con toni leghisti e populismo facile promette di uscire dall'euro, forche pubbliche per i politici e tanti vaffanculo per tutti. Un Non statuto per una Non Democrazia.

Casini e Montezemolo difendono Monti ad oltranza. Non perché ne condividano l'agenda ma perché in due hanno cinque voti. Senza Cuffaro è difficile superare lo sbarramento, vero Pierferdinando?

Bersani è messo meglio degli altri. Ha molte idee e tutte confuse, con ichino e Vendola che tirano in direzioni opposte una coperta già corta. Meglio la confusione al caos, nella speranza che la Bindi non ritorni in parlamento.

E Monti? Monti non si candida, ma propone la sua agenda. Però se qualcuno fa il suo nome lui è disponibile. Però basta leaderismo, ci vogliono le idee. Però le idee devono essere le sue. Però forse non diventerà Presidente della Repubblica. Però forse...