domenica 9 ottobre 2011

Siamo già troppo affamati e troppo folli.



Steve Jobs è morto. Lascia ai posteri una compagnia che vale più dell'Argentina ed un testamento morale (il suo famoso discorso all'università di Stanford) che sembra destinato a guidare i giovani per molti anni a venire.
Non sono qui per parlare di Jobs: il suo incredibile ed entusiasmante genio non si discute, né si può mettere in dubbio. Basta andare su youtube e guardare uno dei suoi tanti video per capire che dietro a quest'uomo si cela un'intelligenza fuori dal normale, forse senza pari nel campo dell'imprenditoria.

E' il messaggio che ha voluto lasciare ai posteri che non smette di preoccuparmi. Il suo famoso discorso di Stanford è ricco di frasi fatte, citazioni destinate a imperversare nei social network per molto tempo. Cosa significano esattamente?
All'inizio "stay hungry, stay foolish" sembra essere il mantra perfetto per affrontare la vita. Una sorta di carpe diem post-moderno, un inno all'autorealizzazione. Poi però ti rendi conto che ci sono altre cose su cui riflettere, e che raggiungere il proprio successo professionale e personale in un mondo in cui metà della popolazione non sa neanche leggere non è un'idea così coraggiosa. E' solo un'idea capitalista.
Mi spiego meglio: non sono contro il capitalismo in sé per sé. Né tanto meno agogno una società comunista. Non sono così ingenuo. Credo però che la società moderna (globalizzata ed economicamente integrata) abbia delle gravi storture che prima o poi dovranno essere risolte, o per lo meno affrontate. Metà della popolazione mondiale non avrà mai l'opportunità di diventare Steve jobs, pur avendo il suo stesso genio e le sue stesse capacità. Ci sono molti ventenni (anche in Italia) che sono “affamati”, ma non di sogni e di speranze, ma di cibo.
L'autorealizzazione è importantissima. Ognuno deve cercare un lavoro adatto alle sue capacità e le sue aspirazioni. Ma non è l'unica cosa che conta. Io voglio realizzarmi, ma preferisco farlo in un sistema che permetta a tutti di raggiungere almeno in parte i propri sogni. Sebbene i laureati di stanford avranno tutte le possibilità di essere felici, ci sono molti altri ragazzi che non potranno. Dobbiamo preoccuparci anche per loro.
Se “stay hungry, stay foolish” significa combattere per i propri interessi ed i propri sogni anche a costo di sacrificare quelli degli altri, allora io ho bisogno di cercarmi un altro mantra per affrontare la vita. Qualcosa che forse avrà un impatto meno forte, qualcosa che forse non sarà condiviso su facebook, ma che perlomeno non mi farà sentire vuoto dentro.
La figura di Steve Jobs è troppo complessa, e non può essere liquidata con una sua prematura santificazione. Oltre al discorso a Stanford, mi piacerebbe che circolassero per la rete anche analisi critiche sul suo modo di intendere internet e la tecnologia in generale. Mi piacerebbe che gli utenti della mia stessa età si concentrassero sulle sue idee e sul modo in cui ha diretto la sua azienda, non solo sul numero incredibile di zero che ha aggiunto sul suo conto in banca. Forse, prima ancora che essere affamati e folli, dobbiamo essere un po' assennati e critici. Forse, e dico forse, non dobbiamo avere così tanta fretta di creare nuovi miti. Quelli vecchi hanno già fatto abbastanza danni.

Nessun commento:

Posta un commento