giovedì 27 ottobre 2011

Silvio il magnifico: dopo l'Italia manda a puttane anche l'Europa.

Il nostro presidente del consiglio sta riuscendo in un'impresa senza precedenti: distruggere l'economia italiana e quella europea nello stesso mandato.
Tutti gli italiani sono ormai consapevoli delle sopraffine capacità distruttive del nostro premier, ma i nostri colleghi europei sono rimasti esterrefatti. Non capita certo tutti i giorni di assistere ad un fenomeno più unico che raro: un politico che tiene saldamente le redini del parlamento nonostante sia un evasore, un puttaniere, un pregiudicato e (forse) un colluso.
Ma l'Italia e l'Unione Europea non possono più aspettare i capricci del Papi: servono risposte rapide e decisi alla crisi economica. Risposte che questo governo, privato della dignità e di qualsiasi credibilità, non è più in grado di dare.
Mentre all'interno degli stati il fronte antieuropeo sembra allargarsi, la soluzione alla crisi globale può arrivare soltanto dal consiglio e dal parlamento europeo. Neanche la Germania, da sola, può sperare di uscire da questa crisi contando solo sulle proprie forze.
Ma per agire uniti occorre prima di tutto che i leader europei abbiano fiducia l'uno nell'altro. Certo, questa crisi ci mostra chiaramente come i tempi siano maturi per sviluppare le istituzioni europei al fine di una maggiore integrazione, ma oggi come oggi dobbiamo attenerci ai trattati di Lisbona: per trovare soluzioni comuni i leaders europei devono essere d'accordo.
Eppure, nonostante tutti gli sforzi, spesso l'intesa sembra mancare per colpa dell'Italia. Non ci può essere umiliazione peggiore per il nostro paese. La terza economia dell'eurozona ridotta a fanalino di coda, che attende passiva le bacchettate ed i rimbrotti dei colleghi tedeschi e francesi.
L'Italia dovrebbe sedersi ai tavoli europei e partecipare attivamente alle decisioni, ma questa opportunità ci viene preclusa dalla scarsa credibilità del nostro premier. La nostra immagine all'estero ne esce distrutta, ed il nostro orgoglio deturpato.
Cosa possiamo fare? Pensare subito ad un'alternativa. Politica, culturale ed economica.
Dobbiamo smetterla di accusare la Merkel, Sarkozy o l'Unione Europea per le nostre colpe: siamo stati noi a votarlo, è colpa nostra se il nostro paese è al collasso.
L'italia deve prima di tutto fare autocritica: perché un paese di sessanta milioni di abitanti, pienamente sviluppato, continua ad innamorarsi delle caricature degli uomini forti? Mussolini e Berlusconi sono molto diversi, ma hanno qualcosa in comune: entrambi fingono di essere qualcosa che non sono, degli uomini dal pugno di ferro con carisma e coraggio.
Perché continuiamo a credere in uomini tristi e ridicoli che ci promettono la luna? Perché, adesso che Berlusconi è al tramonto, già ci preoccupiamo di cercare un altro self-made man per sostituirlo?
Finché non risponderemo a questa domanda, non credo usciremo dalla crisi in cui siamo caduti. Una crisi non solo economica, ma anche culturale.

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