giovedì 9 giugno 2011

I mali del giornalismo: Santoro cacciato dalla rai

Michele Santoro, giornalista e conduttore televisivo, ha consensualmente rescisso il contratto che lo legava alla rai. La sofferta decisione è arrivata dopo l’editto bulgaro, il ritorno in rai grazie ad una sentenza e due anni di mobbing. L’addio era inevitabile.
Anno zero è stato il postribolo televisivo più famoso d’Italia. Senza l’appuntamento fisso con Travaglio e Vauro la rai non sarà più la stessa.
Ho sempre seguito Santoro  pur avendo molte riserve sul suo modo di fare televisione. Mi è sempre sembrato lontano dal prototipo di giornalista che vorrei popolasse la tv pubblica: imparziale, equidistante tra le parti ed oggettivo. Spesso l’odio verso Berlusconi e la sua campagna di sopravvivenza all’interno della rai hanno offuscato le sue capacità giornalistiche, rendendolo più  un simbolo dell’antiberlusconismo che un professionista superpartes.
Eppure Anno zero era un prodotto di qualità: gli ottimi servizi, gli accattivanti editoriali di Travaglio e la vis dialettica del conduttore hanno tenuto incollati sullo schermo moltissimi spettatori, portando  molti soldi nelle casse vuote della rai. E allora uno si chiede: quale azienda rimuoverebbe dal mercato un prodotto che vende? Solo un’azienda gestita da stupidi, o peggio, da politici.
Castelli si lamenta sostenendo che il canone è la tassa italiana più evasa, ma di chi è la colpa? Gli italiani pagano il canone per vedere professionisti liberi dai vincoli dei partiti,capaci di mandare in onda prodotti che informino i cittadini. Invece di mettere i bastoni tra le ruote a Santoro, trasformandolo in un martire, avrebbero potuto lasciarlo lavorare in pace: ci avrebbero guadagnato tutti, soprattutto la rai.
Avevo sperato che Santoro tentasse di dare vita a forme di giornalismo nuove, come il riuscitissimo esperimento in streaming di rai per una notte, invece sembra che traslocherà a la7. Io continuerò a seguirlo comunque. Spero solo che in un ambiente più sereno ritorni a fare il giornalista, liberandosi dal fardello di dover combattere il berlusconismo da solo. I professionisti come lui ci servono per il lavoro di indagine giornalistica. Per controllare i politici, non per combatterli.
Torno a ripeterlo: i giornalisti hanno il compito di informare i cittadini, analizzare le scelte dei politici, tallonare da vicino gli amministratori affinché sappiano che non possono fare ciò che vogliono, perché c’è sempre qualcuno che li controlla. Santoro, pur tra eccessi e manie di protagonismo, faceva questo lavoro meglio di molti altri.
Torno a ripeterlo: serve una riforma drastica della rai. Altrimenti ci troveremo solo con i vespa ed i paragone.

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