sabato 4 febbraio 2012

L'europa dei valori.


Il prevedibile veto della Cina e della Russia alla risoluzione di condanna dei massacri della popolazione civile ad opera del regime siriano mette ancora una volta a dura prova la credibilità dell'Onu e della comunità internazionale nel suo congiunto. Riesce difficile avere fiducia nell'efficacia di un'organizzazione che ha come obiettivo principale preservare la pace e rafforzare la cooperazione tra i popoli, quando due dei cinque membri del suo organo più importante, oltre ad avere il potere di veto su qualsiasi decisione,non rispettano le più basilari regole di democrazia e tutela dei diritti umani.
Le posizioni delle due potenze emergenti nei confronti delle atrocità commesse in Siria sono dettate da motivi di origine politica,e non dovrebbero stupirci: un dittatore non voterà mai contro un altro dittatore, soprattutto in un periodo storico dove basta un tweet per far crollare regimi secolari.

Quello che dovrebbe stupirci è la completa incapacità di noi europei di uscire dal nostro stesso eurocentrismo. Basterebbe guardarsi intorno per capire che, nonostante tutte le divisioni e le inimicizie, i popoli europei condividono valori e principi che noi crediamo universali, ma che non sono né riconosciuti né rispettati in molte altre aree del mondo. Sebbene ci sforziamo di trovare tutte le differenze possibili tra paesi membri dell'Unione Europea, spesso ricorrendo a facili stereotipi ed antichi rancori, non riconosciamo il fatto che in realtà siamo molto più simili di quanto crediamo.
La totale condivisione di principi che ormai riteniamo imprescindibili per lo sviluppo completo di una persona, come la democrazia, la tutela dei diritti fondamentali, la libertà religiosa e di pensiero, fa si che i cittadini europei appaiono diversi tra loro se visti dagli occhi di un abitante del continente, ma singole parti dello stesso insieme se analizzati da un occhio esterno.

Anche se molti dei valori che l'Europa ha riconosciuto dopo due guerre mondiali, milioni di morti e numerosi sacrifici hanno ormai fatto il giro del mondo, sono pochi i paesi in cui si sono sviluppati e non sono costantemente minacciati. Questi principi non sono stati creati dal nulla, ma sono frutto di una storia sofferta ma condivisa, sono la fusione (e non la confusione) tra il mondo greco-romano e quello cristiano, la rivoluzione francese e la democrazia inglese. Ogni membro dell'Unione Europea ha dato il suo contributo nella formazione dei nostri valori, e oltre a mantenerli abbiamo anche il dovere di difenderli nel mondo quando vengono calpestati o scalfiti.

Fino ad ora l'Unione Europea è stato tenuta insieme dall'euro e dal mercato comune. Ma non possiamo pensare che degli stati percorrano la stessa strada guidati soltanto da una moneta o dalla possibilità di fare affari più redditizi. Abbiamo bisogno di valori e principi comuni, obiettivi che siano condivisi dai cittadini.
Per questo dobbiamo rafforzare le istituzioni europee, perché senza una commissione ed un parlamento europeo più forti tradiremmo l'essenza stessa dello spirito europeo, ossia la democrazia ed il diritto di voto.
Anche in tempo di crisi l'Europa non può e non deve parlare unicamente di finanza. Non deve solo trovare il modo di rimanere unita, ma anche il perché. Prima scopriremo quali sono i valori dell'Unione, prima saremo in grado di difenderli nel mondo. Affinché il volto umano dell'UE conti finalmente qualcosa nello scacchiere mondiale.

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