lunedì 6 febbraio 2012

Monotoni, sfigati e mammoni.


ATTENZIONE: QUESTO E' UN POST PIAGNONE SCRITTO DA UNO STUDENTE PIAGNONE.

Oggi vorrei parlarvi di una mia amica immaginaria che si chiama Carla,ha ventinove anni ed aveva giurato di non lavorare mai in un call center.
Carla non è una sfigata,perché si è laureata in farmacia perfettamente in tempo. Però,pur esercitando il suo diritto di voto, non è iscritta a nessun partito e, pur essendo cattolica, non fa parte né di Comunione e Liberazione né di Azione Cattolica.

Carla ha finito l'università piena di speranze per il suo futuro. Era così ingenua da credere di poter aprire una farmacia, ma il professore con cui ha discusso la laurea le ha spiegato la situazione: senza licenza poteva anche scordarselo.
Così Carla non si è persa d'animo ed ha cercato lavoro nelle farmacie altrui,passando un anno a fare esperienza con contratti a progetto che duravano di tre mesi in tre mesi, senza contributi e senza nessuna sicurezza di rinnovo.

Al suo secondo anno di calvario ha avuto un po' di fortuna: la proprietaria di una piccola farmacia di paese le ha offerto un contratto di un anno.
Ma l'idillio è durato poco. Ad un mese dal termine del contratto la signora l'ha avvertita che non avrebbe rinnovato la relazione di lavoro, perché quella capra di suo nipote era finalmente riuscito a laurearsi a trentaquattro anni. Si,certo, era proprio una capra, ma Carla non poteva certo pretendere che assumesse lei invece che il sangue del suo sangue.

Così Carla si ritrova di nuovo senza lavoro e,schifata dal mondo delle farmacie, decide di realizzare il secondo dei suoi sogni: aprire una libreria. Trova nel centro della sua città un piccolo immobile in vendita e si reca dalla sua banca per chiedere un prestito ed iniziare così la sua piccola attività.
Ma allo sportello quasi le ridono in faccia: non è proprietaria di niente, che mutuo vuole chiedere? Tuttavia tra il serio ed il faceto le assicurano che se i genitori si offrono di garantire il suo credito con il loro appartamento le concederanno il prestito di cui ha bisogno.
Ma suo padre si è già indebitato per farla studiare, e Carla proprio non se la sente di iniziare un'impresa mettendo a rischio l'unico bene di cui dispone la sua famiglia.

Così la mia cara amica vede sfumare anche quell'opportunità: l'immobile su cui aveva messo gli occhi per la libreria diventa la sede di un partito politico, e lei ritorna a vivacchiare grazie ad uno stage formativo di sei mesi o giù di lì.

Ma proprio quando ha ormai perso ogni speranza, riceve in eredità centomila euro da una sua vecchia Zia. Disponendo di quel piccolo gruzzoletto si mette a cercare in giro nuove opportunità, e nota sul lungomare della sua città uno stabilimento balneare fatiscente, popolato durante l'estate soltanto da qualche vecchietto ed un bagnino in sovrappeso. A quel punto si reca dal comune per sapere quando rinnoveranno la concessione per le licenze degli stabilimenti, perché lei è sicura di poter fare meglio dell'attuale gestore. Al comune la avvertono che le licenze in Italia non cambiano mai gestore, vengono affidate ad perpetuum sempre agli stessi.
A quel punto fa un'offerta al vecchio proprietario,ma quello rifiuta categoricamente: anche con quattro gatti come clienti,allo stato deve pagare due lire e quindi campa comunque a meraviglia.

Carla arriva a domandarsi perché i politici sbandierano sempre la libertà di mercato in televisione, se poi di veramente libero c'è poco niente. Ma non molla e decide di emigrare all'estero. Sta per compiere ventotto anni,è ancora giovane ed alle superiori ha studiato francese. Magari là ci sarà un lavoro.

Ma il suo fidanzato, che all'inizio doveva partire con lei, si tira indietro: proprio non se la sente di lasciare il suo paese, che ama nonostante le ristrettezze economiche. Anche lui è bravo:dopo lunghi anni di studio è riuscito a diventare notaio, ma gli tocca sgobbare per uno studio il cui proprietario ha due figli laureati in giurisprudenza che non riescono a superare il concorso. Ma prima o poi riusciranno nell'impresa ed allora dovrà trovarsi un altro impiego.

Carla si trova a fare la scelta più dolorosa di tutte: abbandonare gli affetti o giocarsi le ultime carte che le rimangono. Cercare fortuna all'estero o essere chiamata mammona e monotona, perché se non cambi lavoro almeno una volta al mese non sei cool. Ma prima o poi anche i soldi della zia finiranno, e l'incubo del call center si fa sempre più reale. Carla non esiste, ma sono comunque sicuro che qualcuno la conosce bene. 


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