mercoledì 5 settembre 2012

Il teatrino delle alleanze.

I politici italiani cercano disperatamente un rapido consenso che scivola inesorabilmente via nei sondaggi. Preistoriche figure si aggirano tra le liste bloccate della politica peninsulare, ed in particolare tra la sinistra di questo paese confuso.
In una situazione stravolta dall'incertezza sul futuro economico, un ceto politico serio dovrebbe pensare ai contenuti. Dovrebbe guardare ad un progetto credibile per crescere, o quantomeno per smettere di cadere.

Non dovrebbe essere troppo difficile: del resto i disastri Berlusconiani avrebbero consegnato il paese a qualsiasi sinistra del mondo. Ma non alla sinistra italica. No, non al Pd. Un partito serio avrebbe stilato un programma leggibile anche da una persona che non ha cinque lauree e l'avrebbe pubblicizzato. Non un tomo di cinquemila pagine, un programma breve e comprensibile. Poi avrebbe trovato uno o due alleati disposti a condividerlo ed organizzato delle primarie credibili (possibilmente con uno statuto) Basta, nient'altro.

No, il Pd questo non lo può fare. Perché deve ascoltare D'Alema che non vuole Vendola che a sua volta rifugge Casini mentre Bersani cerca di fare l'ammucchiata contro Renzi. Una politica fatta di nomi, sigle, acronimi in un paese che vuole risposte concrete. Ma quando manca la concretezza, quando mancano le risposte ai problemi dei cittadini, allora diventa tutta una caciara. E nella caciara vince il più bello, il più simpatico, il più fico. Quello di successo, quello che buca lo schermo. Nella caciara vince Berlusconi, che intanto ha perso sette chili e vuole tornare in politica.

Risposte concrete, che non significano risposte facili. In un paese in preda alla crisi bisogna avere il coraggio di dire dove il paese deve andare. Che può non essere il luogo che vorrebbero i cittadini. Almeno non sempre.

I cittadini sono svegli, apprezzano chi fa una scelta, chi si occupa del lavoro, dell'economia, della cultura, dell'istruzione, dei diritti civili. Ma se parli solo di acronimi, di sigle, di Vendoli e Casini, allora gli italiani pensano che sei un cazzaro. E se sei un cazzaro penoso, allora tanto vale sceglire quello che lo fa meglio, il cazzaro. Tanto vale scegliere Grillo e Berlusconi.

Parliamo di scelte, cazzo. Basta con questo modo di fare i pupazzi nel teatrino delle alleanze. Perché se la politica diventa una scelta tra comici, i cittadini sceglieranno sempre Beppe e Silvio. Loro, almeno,il comico lo fanno di professione.

2 commenti:

  1. Ottima disamina Francè! Come nell'esempio del rasoio di occam, in questo caso, la risposta più semplice è anche quella giusta! Speriamo che il PD non se ne accorga troppo tardi...

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  2. Grazie per il commento, Pasquale! Credo che la dirigenza del Pd sia così miope da perdere anche questo treno. Del resto il semplice fatto che manchino pochi mesi alle elezioni e ci troviamo in questa situazione è una prova della tragicità della situazione. Ma ehi, la speranza è l'ultima a morire!

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