mercoledì 4 maggio 2011

Las muertas de Juarez.

Ripropongo su questo blog un articolo che scrissi quasi due anni fa per indipendenti.net. Devo ammettere a malincuore che il mio modo di scrivere articoli è parzialmente cambiato, le mie idee riguardo ai diritti fondamentali ed alla società hanno subito dei mutamenti. L'unica cosa rimasta immutata è la condizione femminile in Messico.

Juarez, conosciuta dal 1993 come la ciudad de la muerte (la traduzione per noi italiani è facilmente comprensibile) è una città messicana situata nella regione di Chihuahua al confine con il Messico, quello stesso confine che separa il mondo sviluppato da quello in via di sviluppo. Juarez costituisce il più grave caso di sistematica violenza quotidiana contro le donne.
I numeri sono agghiaccianti: 400 le donne assassinate e 600 quelle scomparse. (le cifre sono approssimative dato che lo scarto tra i dati forniti dal governo e quelli delle organizzazioni non governative è notevole.)
Le vittime hanno tutte le stesse caratteristiche: giovani, dai dodici ai diciotto anni (quasi delle bambine),tutte magre e con i capelli neri.
Molte di loro non erano originarie della città, arrivate dall’interno del Messico in cerca di migliori condizioni di vita, ma tutte, dopo essere state rapite, hanno subito ogni tipo di violenza sessuale e mutilazione, tutte sono state uccise per strangolamento e tutte sono state abbandonate in zone disabitate della città dopo che i loro cadaveri sono stati immersi nella “lechera”,cioè un liquido corrosivo composto da calce viva e acidi.
Tutti gli omicidi sono attualmente irrisolti e continuano ad essere misteriosamente insabbiati dalla polizia e minimizzati dal governo messicano...


Ma perché proprio a Juarez?
La città ha subito una crescita demografica vertiginosa, incremento a cui non è seguito il necessario sviluppo urbano, tanto che molte abitazioni non dispongono di acqua corrente ed il 40% delle strade non è asfaltato.
Questo sviluppo improvviso è stato causato dalle “machiladoras”, fabbriche di subappalto per l’assemblaggio di prodotti d’esportazione.
Molte multinazionali hanno infatti deciso di installare le loro succursali proprio in questa città per beneficiare di notevoli agevolazioni fiscali e della manodopera a bassissimo costo.
Queste industrie sono direttamente responsabili delle violenze, dato che la maggior parte delle vittime sono operaie costrette a turni di dieci ore al giorno per non perdere il posto e a tornare a casa quando ormai è buio ed i servizi pubblici sono ormai sospesi (perché è troppo pericoloso, ovviamente).
Come avrete capito, Juarez non è il miglior posto per tornare a piedi dal lavoro.
Quindi la città si è ingrandita moltissimo senza un adeguato aumento delle forze di polizia e di controllo del territorio che è ormai completamente in mano ai cartelli della droga.
La città è stata colpita da un’ondata di violenza forse consequenziale agli omicidi o forse già radicata prima del 1993. Secondo le stime di Casa Amiga (una delle poche organizzazioni che ha il coraggio di operare sul territorio) ogni giorno la polizia riceve dodici denunce di stupro al giorno e almeno una operaia su quattro deve fare sesso con il suo datore di lavoro periodicamente per ricevere lo stipendio a fine mese.
Le cause del femminicidio.
Le cause di questi omicidi sono ancora da trovare e le donne messicane hanno ormai smesso di sperare nella polizia.
La prima ipotesi, subito smentita dalla grande quantità di corpi ritrovati, era quella di un serial killer.
Subito dopo ci si convinse che gli assassini fossero collegati al commercio di organi. Una supposizione plausibile che però è stata scartata a seguito delle autopsie effettuate sui cadaveri.
Oggi queste violenze vengono considerate spree murders (omicidi per divertimento) condotti da squadre specializzate che rapiscono queste donne e le consegnano a ricchi turisti stranieri.
Questa svolta alle indagini sembra essere confermata dalla scoperta di un legame tra una di queste bande e cinque ricchi imprenditori, uno dei quali di Tijuana e gli altri di El Paso.
Il governo del Messico???
Nonostante la città di Juarez sia ormai globalmente conosciuta come La Ciudad de la Muerte ed ogni settimana scompaia una nuova donna, il governo messicana non sembra essere preoccupato .
Anzi sostiene che il fenomeno sia stato ingiustamente ingigantito da Amnesty International e che è colpa delle stesse donne se vengono violentate ed uccise.
è colpa loro. Se ne vanno in giro di notte con minigonne troppo corte e mises provocanti”. Questo è arrivato ad affermare Francisco Barrio Terrazas, precedente governatore di Chihuahua che è stato premiato per il suo ottimo operato nella città con la carica di primo ministro del governo Fox.
Riflessioni
Perché secondo l opinione pubblica una donna stuprata nel mondo occidentale vale di più rispetto alle mille donne di Juarez? Perché si parla così poco di questo vero e proprio femminicidio? Da cosa dipende questo disinteresse verso il sud del mondo?

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